Libertà di stampa. Torna visibile il blog del giornalista Schinella, disposto il dissequestro

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I motivi dell’oscuramento sono rimasti ignoti. Quelli che ridanno luce alla libertà di informazione sancita dalla Costituzione, sono ancora oscuri. Il Blog di informazione di Michele Schinella, giornalista professionista d’inchiesta, è tornato visibile a tutti.

Il pubblico ministero della procura di Messina, Margherita Brunelli, che il 20 novembre 2014 ne aveva disposto d’urgenza l’oscuramento, poi eseguito dalla polizia postale sette giorni dopo (il 27), il primo dicembre 2014 ha depositato in cancelleria un decreto con cui ha disposto il dissequestro del blog www.micheleschinella.it. Non c’è stato dunque neppure bisogno che i legali incaricati dal giornalista  di far ricomparire i contenuti del blog si rivolgessero al Tribunale del riesame. “Il provvedimento di sequestro era abnorme e senza motivazione. Questo che ordina il dissequestro manca egualmente di motivazione. Per capire con sicurezza cosa ci sia alla base bisogna accedere al fascicolo. Probabilmente, la sorprendente decisione del pm Brunelli non ha convinto il Giudice per le indagini preliminari che non ha convalidato l’oscuramento privo  di fondamento logico e giuridico”, spiegano gli avvocati Ciccio Rizzo e Diego Lanza.

Il sequestro del sito era nato da una querela proposta dal sindaco di Saponara, Nicola Venuto, che si era sentito offeso da un articolo del 2 ottobre 2014 dal titolo: “Truffa aggravata, il sindaco di Saponara a Venuto a giudizio. Il pm: “Con raggiri ha incassato da 2 società 140mila euro per attività mai svolta e non li ha mai restituiti”. Secondo il codice di procedura penale il sequestro preventivo di regola è disposto dal Gip su richiesta del pm in presenza di due presupposti: il fumus commissi delicti, ovvero al ricorrenza ad un primo esame degli estremi del reato di diffamazione ed il periculum in mora, ovvero nel caso di specie il pericolo di continuare a produrre danni all’onore del querelante. Di nessuno di questi due requisiti nella motivazione del decreto di oscuramento c’era traccia.

L’articolo era stato scritto sulla base del rigoroso rispetto delle carte processuali di un’inchiesta, di cui era titolare il sostituto della stessa Procura di Messina, Antonella Fradà, e che vedeva il sindaco Venuto imputato di truffa aggravata ai danni di due imprenditori. La querela era, dunque, per un articolo ma il pm Brunelli ha disposto il sequestro dell’intero blog fatto di decine di articoli.

Schinella, collaboratore di corriere.it, nelle ultime settimane era impegnato a capire come fosse possibile che il procedimento penale a carico di Nicola Venuto fosse finito alla prima udienza con una sentenza di non doversi procedere. I due imprenditori truffati – secondo l’ipotesi accusatoria del pm – da Nicola Venuto e parti offese avevano rimesso la querela dietro la garanzia del pagamento del maltolto ma il reato ipotizzato dal sostituto Antonella Fradà era di truffa aggravata, reato perseguibile d’ufficio per il quale dunque, secondo le norme giuridiche, la remissione della querela non può produrre l’estinzione del giudizio.

Nei giorni precedenti all’oscuramento lo stesso giornalista si era occupato dell’inchiesta giudiziaria sull’appalto turbato al Consorzio per le autostrade siciliane pubblicando sul blog articoli che evidenziavano la spettacolarizzazione degli arresti e le incongruenze delle indagini.

Michele Schinella nonostante si occupi da 9 anni di inchieste giornalistiche e abbia collezionato decine di querele (che non costano nulla e danneggiano molto), assistito dal legale Giovanni Cicala, è stato sinora sempre prosciolto (dal Tribunale di Catania) e nel suo casellario giudiziario si può leggere: “NULLA”.

Da messinaora.it

La vicenda dell’oscuramento raccontata da messinaora.it.

4 comments

  1. Antonio Condorelli ha detto:

    Sono contento della notizia, secondo me però non c’erano i presupposti per oscurarlo. L’informazione non può essere soggetta a censure.
    Bravo Miki sempre avanti così

    • Michele Schinella ha detto:

      Caro Antonio… “l’informazione non può essere soggetta a censure”, è vero: ma se un giornalista sbaglia diffamando una persona è giusto che se ne assumi la responsabilità e paghi. Talvolta la tutela della persona offesa può portare anche all’oscuramento dell’articolo, del solo articolo diffamatorio, ma vi devono essere i presupposti di legge. La vicenda che mi ha riguardato è clamorosa (soprattutto per libertà di stampa) perché viene assunta da un pm (e non da un Gip); è senza motivazione; riguarda tutto il blog (e quindi è misura in ogni caso sproporzionata: c’è su questo giurisprudenza della Cassazione);l’articolo per cui è stata sporta querela racconta la pura e semplice verità perché scritto sulla base di carte processuali, come risulta dallo stesso articolo peraltro. Il primo a saperlo è il Sindaco querelante che me ne ha dato atto nel corso di insistite telefonate.
      Questa vicenda oltre a essere clamorosa è anche inquietante…perché arriva dopo una serie di articoli in cui ho messo in rilievo incongruenze, incompatibilità e abusi vari di magistrati…e autorità inquirenti. Obbligo giuridico e deontologico per un giornalista che, purtroppo, salva qualche eccezione, in Italia rimane sulla carta. Come sai prendere ordini dai magistrati e dalle forze dell’ordine è molto più sicuro e comporta meno fatica nello svolgimento del difficilissimo lavoro di giornalista… Ma i giornalisti non dovrebbero essere cane da guardia del potere? E la magistratura non rappresenta un POTERE, peraltro l’unico,in Italia, immune da responsabilità? Leggi, se hai un attimo, l’articolo pubblicato il giorno prima dell’oscuramento: “Appalto pilotato al Cas: la gara “sbagliata” dai magistrati e il mistero dell’offerta tecnica di “cortesia” di 4 pagine che fa il pieno di punti”.
      10 GIORNI DOPO, TUTTI GLI ARRESTATI SONO STATI MESSI IN LIBERTA’, perché la gara, secondo il Tribunale del Riesame, non è stata TURBATA… Certo, sarebbe stato molto più facile andarmene alla conferenza stampa, prendere appunti, come un discente di scuola media…. e scrivere, facendo finta di non capire che la gara d’appalto non poteva essere turbata secondo i modi indicati dagli inquirenti per il semplice fatto che il criterio di aggiudicazione cui facevano riferimento era stato espunto dall’ordinamento giuridico da 10 anni.
      Intanto però per 7 giorni le televisioni non hanno fatta altro che mandare in onda le immagini degli arresti (girate dagli agenti della Dia…in versione cineoperatori…) di persone che IO NON CONOSCO (delle inchieste giudiziarie di Nino Giordano e degli affari nel campo dell’edilizia mi sono per primo e più volte occupato)…
      Caro Antonio, se il giornalismo in Italia ha perso di credibilità è perché giornalisti ce se non pochi e quei pochi sono costretti a lavorare gomito a gomito con colleghi la cui massima aspirazione è diventare addetti stampa…

      grazie e a presto

  2. Carlo ha detto:

    continua così, hai la mia solidarietà..Carlo Martella

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