Il CASO. Elezioni studentesche universitarie, anomale vicende affiorano: quando 29 studenti si “recarono” la stessa mattina al Comune di Brolo e il sindaco Irene Ricciardello autenticò le loro firme a sostegno della lista vicina al cognato onorevole Nino Germanà. L’intervista video a Ivan Cutè, leader di Gea Universitas e attuale presidente del V Quartiere di Messina

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L'università di Messina

L’Università di Messina

 

“Il comune di Brolo? Non so neppure dove si trovi”.

La sua firma risulta tra quelle autenticate dal primo cittadino nella casa comunale di Brolo, insieme a quelle di altri 28 colleghi di università, il 9 settembre del 2016, ma la studentessa nella cittadina tirrenica della provincia messinese non c’è mai andata: anzi, non sa neppure dove si trovi.

Le elezioni per scegliere i rappresentanti negli organi dell’Università di Messina si sono appena svolti e i risultati, grazie al voto telematico, sono giunti nella serata di ieri 15 maggio, appena qualche ora dopo la chiusura delle urne.

Tutto è filato liscio come l’olio. Nulla a che vedere con la tornata elettorale passata.

Che fu contrassegnata dalle carte bollate e da una vicenda anomala, di cui la studentessa “ignorante” di geografia, fu – suo malgrado, stando alla sua risposta – protagonista.

Le precedenti elezioni, infatti, furono precedute da un duro contenzioso davanti a giudici amministrativi, che rimisero in corsa liste e aspiranti rappresentanti esclusi dall’ateneo per problemi di corretta autenticazione delle firme a sostegno delle candidature: in pratica i sindaci di alcuni comuni della provincia avevano sottoscritto le firme lasciando nel modulo prestampato elaborato dall’ateneo, la dicitura “Messina”, come luogo di autenticazione, in questo modo mettendo a rischio la validità dell’atto di autenticazione, visto che fuori dai confini del loro comune non avevano competenza.

La vicenda fu raccontata da un articolo pubblicato su questo blog e si concluse alla fine dinanzi al Consiglio di giustizia amministrativa con l’ammissione di tutti gli esclusi e lo slittamento delle elezioni e della proclamazione degli eletti.

Il contenzioso, però, disvelò una vicenda anomala, dai possibili profili di rilevanza penale.

Su cui però fu steso un velo di silenzio e sparsa una coltre di nebbia fitta.

Eppure, si trattò di circostanze che arrivarono all’attenzione dei giudici amministrativi, dell’avvocatura dello Stato di Messina e dei vertici dell’ateneo, all’epoca guidato dal rettore Pietro Navarra.

Una vicenda che ha avuto come protagonisti la lista Gea Universitas, una di quelle escluse; il suo leader Ivan Cutè, molto vicino all’allora deputato regionale e ora deputato nazionale, Nino Germanà; il comune di Brolo, più precisamente l’allora sindaco, Irene Ricciardello.

Soprattutto, ha avuto – almeno sulla carta –  come protagonisti 29 studenti, alcuni calabresi, altri di Barcellona, di Milazzo e di Messina.

Questi, a leggere le carte, benché studenti universitari si sono sobbarcati ore di tempo e spese di viaggio per recarsi nello stesso identico giorno, il 9 settembre del 2016, nella casa comunale di Brolo e apporre al cospetto del sindaco Ricciardello la loro firma a sostegno della lista riconducibile, tramite Cutè, all’esponente politico di Forza Italia, cognato della stessa Ricciardello, che da qualche settimana ha ceduto la fascia di primo cittadino a Pippo Laccoto, altro (oltre a Germanà) “gigante” delle politica siciliana.

Il sindaco Ricciardello, peraltro, successivamente nella qualità di pubblico ufficiale fece una precisa dichiarazione con cui attestò che tutte le autentiche erano state fatte nella casa comunale di Brolo.

La dichiarazione risultò poi determinante davanti al Tar di Catania: diradò i dubbi di regolarità delle autentiche e sancì l’ammissione alla tornata elettorale della lista Gea Universitas, patrocinata dal legale Santi Delia.

Ad di là della risposta della studentessa “ignorante di geografia siciliana”, è verosimile questo concomitante esodo verso Brolo?

Il dato in realtà fece sorridere tutti coloro che ne ebbero conoscenza (ovvero i soli addetti ai lavori) e suscitò molti dubbi e sospetti.

Mai tradotti però – si è avuta conferma proprio in questi giorni – in una denuncia formale.

Ecco nell’intervista video rilasciata a febbraio del 2017 come spiegò l’anomalia Ivan Cutè.

Candidato nella lista di Nino Germanà, il leader di Gea Universitas alle elezioni amministrative del maggio del 2018 è diventato presidente del V Quartiere della città di Messina.

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