Covid & Portogallo, nel Paese più vaccinato del Mondo, con il 98% della popolazione over 12 immunizzata, il Governo vara nuove restrizioni alle libertà. Il premier lusitano:”Necessarie per contrastare la pandemia”. I giornali (di regime) italiani però non se ne sono accorti

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Vanta l’ 88% (ottantotto percento) della popolazione vaccinata con almeno due dosi, praticamente il 98% della popolazione con più di 12 anni. Tra le persone con più di 65 anni (ovvero quelle appartenenti alla fascia di età che statisticamente hanno qualcosa da temere dal Covid) hanno avuto almeno la doppia dose il 100% dei cittadini.

Tuttavia, ieri 25 novembre il Governo ha dichiarato lo stato di calamità prevedendo una serie di restrizioni per le prossime settimane (nelle foto le prime pagine tradotte de El Diario de Noticias, il principale quotidiano portoghese) al fine di contenere “l’escalation della pandemia”, per mutuare l’espressione usata dal quotidiano.

Tra queste, i tamponi ai vaccinati che vogliono partecipare a determinati eventi. Nell’articolo in foto la sintesi delle misure adottate.

I solerti giornali italiani, ventriloqui del governo ormai divenuto regime, però delle misure assunte ieri d’urgenza nel paese lusitano cofondatore dell’Unione europea si sono accorti a scoppio ritardato. Sulle edizioni cartacee di oggi neppure l’ombra.

Eppure, per settimane gli stessi giornali italiani (di regime) hanno indicato il Portogallo come modello da seguire per liberarsi dalla pandemia e per criminalizzare i non vaccinati italiani, causa o pretesto dello stato di emergenza che ormai dura da oltre un anno e mezzo.

Quello che succede in un Paese europeo in materia di Covid 19 è notizia con cui bombardare gli italiani finché indica la via delle vaccinazioni a tappeto quale via maestra; diventa “non notizia” da ignorare se lo stesso Paese assume misure che smentiscono i teoremi che propinano ogni giorno 24 ore al dì a reti unificate politici e virologi al soldo della case farmaceutiche.

Addirittura ieri su Il Fatto quotidiano, mentre in Portogallo si stavano varando nuove misure liberticide, è stato pubblicato un servizio dal titolo eloquente, in cui ai provvedimenti assunte dal Portogallo non si fa alcun cenno.

 

D’altro canto c’era da legittimare l’operato del Governo guidato dal banchiere Mario Draghi che il giorno prima aveva varato un’altra stretta per obbligare i cittadini italiani a vaccinarsi. Non che gli italiani non abbiano risposto copiosamente alla campagna di vaccinazione. E’ vaccinato, infatti, il 78% della popolazione italiana, l’87% degli over 12, il 93% delle persone con età superiore ai 70 anni.

Una sorta di estorsione quella di Draghi imposta – a dire del premier – a tutela della salute di tutti – da un assunto (spacciato per) scientifico che però quanto sta accadendo in Portogallo si è incaricato di smentire ancora una volta.

Ovvero che i cittadini vaccinati non sono contagiosi e invece quelli non vaccinati lo sono. Quest’ultimi dunque se anche non vogliono tutelare la loro salute hanno l’obbligo di farsi inoculare una sostanza estranea nel loro corpo per tutelare i vaccinati.

Di logica aristotelica dovrebbe essere la domanda susseguente: ma se sono vaccinati e dunque immunizzati e protetti cosa hanno da temere i signori che legittimamente e liberamente (dopo due anni di terrore), hanno deciso di proteggere al meglio la loro vita?

Invece, come il caso portoghese dimostra (anzi conferma), il vaccino, questi vaccini usati per il covid 19, non riducono i contagi (i decessi e i ricoverati sono cosa diversa). Di sicuro non li riducono nelle percentuali pari all’80%, che vengono sciorinate dai governanti italiani e dagli scienziati di cui si sono circondati.

I contagi infatti aumentano allarmando i governi anche dove la popolazione è tutta vaccinata.

Sostenere il contrario, colpevolizzando e discriminando chi non vuole essere sottoposto a questo trattamento sanitario serve solo per legittimare uno stato poliziesco di emergenza.

Uno stato di emergenza che consente alla  classe di governo più incompetente, insipiente  e a tratti comica della storia repubblicana di rimanere in sella e ai padroni delle multinazionali, che la sostengono per mezzo dell’uso spregiudicato della stampa, di realizzare affari impensabili sino a qualche anno fa.

Uno stato che – a  parte una minoranza di italiani innamorati della libertà o terrorizzati dal una vaccino “non tradizionale” – piace quasi a tutti, trovando il consenso attraverso la distribuzione di bonus di varia foggia di centinaia di posti di lavoro (senza concorso) inutili, di sostegni a imprese decotte, di contributi alla stampa serva. Nulla di particolarmente grave, se non fosse che lo si sta facendo usando risorse economiche che sono solo in prestito. E che presto o tardi in qualche modo bisognerà restituire.

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