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Il virus e i suoi fedeli utilizzatori, il presidente della Campania Vincenzo De Luca “schiaffeggia” il Governo nazionale incapace di farsi rispettare e inaugura la nuova stagione della Babele normativa. In spregio alla Costituzione e nel silenzio delle Istituzioni

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Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca

  Il Governo emana i decreti legge; il premier Giuseppe Conte passa ore in televisione per illustrare le misure per il contenimento della diffusione del Covid 19 in essi contenute; il Parlamento, l’unico organo che per Costituzione può limitare la libertà della persone, li converte in Legge. Dopo di ché, i Presidenti delle regioni e i sindaci dei vari paeselli della Penisola in cerca di notorietà, fanno i comodi loro. In carenza assoluta di competenza, calpestano la legge e, soprattutto, la Costituzione, emanando ordinanze che limitano le libertà delle persone e conculcano i diritti dei cittadini. Ordinanze chiaramente illegittime, come le sanzioni che sulla scorta delle stesse vengono irrogate, ma che la gente però osserva. E il Governo che fa? Abbozza. Il presidente della Repubblica, garante della Carta costituzionale? Tace. I cittadini? Tranne una minoranza silenziata dalla propaganda del terrore, si adattano supinamente, talora per mera convenienza e opportunismo. La scena, degna più di una commedia surreale o di un film di Totò che di uno Stato fondato sul rispetto della Costituzione e delle leggi, va avanti da mesi senza che nella “culla del diritto” ciò susciti reazioni forti e incisive, né a livello politico né tanto meno giudiziario. L’ultima sortita è del governatore della Campania Vincenzo De Luca, che ha deciso di chiudere le scuole – appena riaperte dopo 8 mesi di chiusura – per 15 giorni. De Luca è il primo presidente di Regione, ma è facile prevedere che ora sarà seguito da altri governatori e da sindaci sceriffo, il cui narcisismo è in profonda crisi di astinenza. Nei giorni scorsi, solo per fare un esempio, un sindaco di una città della Calabria, Soverato, ha chiuso una scuola con centinaia di allievi e decine di operatori, perché un collaboratore scolastico era risultato positivo. Sulla base di questo criterio non c’è posto al mondo che potrebbe rimanere aperto. La nuova Babele normativa liberticida ai tempi del terrore è alla porte. Lasciamo pure perdere la questione di merito: se il Covid 19 sia davvero così pericoloso; se il numero dei contagi sia così alto o se il numero dei contagiati abbia un significato di pericolosità; se chiudere le scuole o imporre un nuovo look down, che pare molto prossimo, sia misura efficace e razionale o non sia addirittura controproducente. Questioni queste tutt’altro che irrilevanti. C’è una questione di diritto e di diritti e libertà costituzionali che viene prima di tutto: tutte le misure di contenimento del Covid 19 – dice la legge dello Stato – devono essere di regola assunte dal Governo, tramite Dpcm (Decreti del presidente del Consiglio dei ministri).

Lo prevede chiaramente l’articolo 2 del Decreto legge n° 19 del 25 marzo del 2020, convertito in legge, e attualmente vigente, con limitati e marginali poteri dei presidenti delle regioni che vengono meno quando intervenga un Dpcm. 

Di questo principio però nessuno si cura. Un Governo che in una situazione così delicata non è in grado di far rispettare dalle altre Istituzioni le proprie determinazioni non farebbe meglio a dimettersi? O il terrore serve anche per mantenere sine die al potere chi c’è già da mesi e quando è scoppiata l’emergenza coronavirus aveva le valigie in mano?