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Reati di Stato: Il Governo del banchiere Mario Draghi sequestra un milione di siciliani non vaccinati e tenta di costringere a inocularsi gli studenti e i lavoratori che usano i mezzi pubblici. Il motivo? Contrastare l’emergenza sanitaria. Che In Italia e nell’isola non c’è: gli ospedali sono pieni al 13% nonostante 800.000 positivi.

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Sergio Mattarella e Mario Draghi

 

Reclusi. Sotto sequestro. Confinati.

Dal 12 gennaio prossimo i cittadini siciliani non vaccinati, circa un milione, non potranno più lasciare l’isola e se l’hanno lasciata non potranno più farvi ritorno, magari per trovare i genitori anziani e ammalati o soltanto gli affetti. E, allo stesso modo, nessun italiano che voglia entrare in Sicilia e non si sia vaccinato potrà passare lo Stretto. Stessa sorte toccherà ai sardi.

Di più, al pari degli altri italiani non vaccinati, i siciliani non si potranno muovere con i mezzi pubblici neppure per recarsi a scuola (il cui accesso per gli studenti non è subordinato neppure al tampone) o al lavoro e non potranno più svolgere alcuna attività sociale e sportiva.

Lo ha stabilito il Governo dello Stato liberal democratico, almeno così l’ha disegnato la Carta Costituzionale, chiamato Italia.

Un Governo guidato da un banchiere di nome Mario Draghi e sostenuto dall’intero Parlamento, a parte qualche finto oppositore: ciò non accadde neppure durante il fascismo.

Un Governo che sforna decreti legge come fossero panini, esautorando il Parlamento del potere legislativo, benché la Costituzione consenta l’uso di questi strumenti in casi straordinari di necessità e di urgenza, che in Italia persistono da 24 mesi.

Il tutto con l’avallo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nella vita costituzionalista (si, proprio così, spiegava la Costituzione agli studenti universitari). Da Garante della Costituzione e dei diritti di libertà di tutti i cittadini è divenuto il maggiordomo di Draghi.

 

Non c’è bisogno di aver frequentato le lezioni universitarie di diritto per comprendere la gravità dei provvedimenti adottati e la violazione dei principi e i diritti fondamentali riconosciuti dalla Costituzione italiana e dalle convenzioni internazionali: uguaglianza, inviolabilità della libertà personale, non discriminazione, libertà di circolazione, diritto al lavoro, diritto all’istruzione, solo per citarne alcuni.

Si tratta di limitazioni delle libertà che non furono adottate neppure a marzo e aprile del 2020 quando l’epidemia scoppiò, non se ne conoscevano i rischi, non c’era un piano di gestione dell’emergenza, si registrò da subito in alcune regioni del nord Itala un eccesso di mortalità straordinario e non c’era neppure un vaccinato.

La giustificazione dell’ennesimo provvedimento liberticida è l’emergenza sanitaria che però non c’è, ma di cui tutti sono convinti, grazie alla vergognosa e martellante campagna di stampa che da due anni ha fatto diventare gli italiani degli automi terrorizzati e decerebrati.

Che l’emergenza sanitaria, oggi più che mai non ci sia, è nei numeri ufficiali, quelli del ministero della Salute.

In Italia, secondo il bollettino di ieri 30 dicembre 2021, ci sono 779.483 (settecentosettantanovemilaottocentoquarantatre) persone positive al Covid, di questi 10.866 (diecimilaottocentosessantasei) sono ricoverati in ospedale in area non critica (pari all’1,4% sul totale dei positivi)  e  1226 (milleduecentoventisei) in terapia intensiva (pari allo 0,15% sul totale dei positivi).

I ricoverati in area non critica e quelli in terapia intensiva occupano rispettivamente il 17% e il 13% dei posti complessivamente disponibili.

 

Se ne desume:

1) che l’alto numero dei positivi è fatto al 98,5% di persone che hanno pochi e niente sintomi, segno inequivocabile della quasi nulla pericolosità del virus, ed è determinato dal fatto che ogni giorno si fanno in Italia 1.000.000 di tamponi (per un giro di affari di 15 milioni di euro);

2) che, sulla base di questi dati, per riempire tutti i posti letto di ospedale e di terapia intensiva ci dovrebbero essere almeno 5. 000. 000 (dicasi cinque milioni) di italiani contemporaneamente positivi.

3) che nel tempo necessario perché in ipotesi si realizzi questo drammatico scenario, almeno un milione e mezzo dei 10 milioni di italiani non vaccinati verranno a contatto con il virus e diventeranno naturalmente immuni.

3) che di conseguenza in un Paese in cui ci sono 50 milioni di immunizzati, 19 milioni con terza dose e quindi protetti, usare il numero dei positivi al 98,5% asintomatici o pauci sintomatici, per affermare con successo peraltro che esiste l’emergenza sanitaria rasenta la follia criminale.

Il Governo gode del consenso della maggioranza della popolazione vaccinata.

Ad arte, prima Draghi, poi Mattarella e infine persino il Papa Francesco hanno indicato i non vaccinati come possibili killer dei vaccinati, creando uno scontro feroce tra gli uni e gli altri.

I vaccinati, considerati (a torto) non contagiosi, accusano i non vaccinati di essere la causa dell’emergenza che dura da due anni (già questo dovrebbe fare riflettere). I non vaccinati, dal loro canto, comunque obbligati da mesi al tampone per svolgere qualsiasi attività, terrorizzano i vaccinati paventando (a torto o ragione) danni da vaccino e accusando quest’ultimi e le loro condotte disinvolte quale causa dell’aumento dei contagi.

Nessuno si accorge che l’emergenza non c’è e il Governo produce conflitti e spaccature tra amici, vicini di casa, amanti e nelle stesse famiglie e alla fine restringe la libertà di tutti.

Nessuno capisce, neppure i grandi giuristi che nelle aule delle Università o nei Tribunali si ergono a paladini della libertà, che quando è tolta la libertà a un solo cittadino, si mette a rischio la libertà di tutti.

Se passa l’idea che la maggioranza possa cancellare le libertà e i diritti delle minoranze, allora l’ordinamento costituzionale repubblicano sarà da ritenersi sovvertito.

Oggi tocca ai non vaccinati, domani toccherà ai migranti, e dopo domani ai disabili.

L’italia è così diventato l’unico Paese del mondo in cui è inibito l’uso dei mezzi pubblici, base della libertà di circolazione, ai non vaccinati; negli altri Paesi al massimo si è arrivati a imporre il tampone, molto più efficace del vaccino a prevenire i contagi.

E’ l’unico Paese, oltre alla Francia, in cui la retribuzione, fondamento di ogni diritto della persona, è stato subordinato per alcune categorie di lavoratori alla vaccinazione.

Che le ultime misure non abbiano la finalità sanitaria di contenere i contagi ma abbiano solo quella di costringere i cittadini a vaccinarsi, si tratta di estorsioni di Stato, lo mostra il fatto che lo stesso provvedimento prevede che chi è stato a stretto contatto con positivo ma è vaccinato non debba neppure stare in quarantena, ma può andare tranquillamente allo stadio, al lavoro o in palestra.

Lo dimostra il fatto che in Chiesa, in ambiente chiuso, ad ascoltare le funzioni religiose che durano anche un’ora invece si può continuare ad entrare senza neppure un tampone.

Salvo non voler pensare che i signori del Comitato tecnico scientifico, da due anni suggeritori delle misure sanitarie, non abbiano convinto Draghi che l’acqua santa impedisce la trasmissione del virus o che il Papa sia meglio tenerselo buono.

Facciamo pure finta, per assurdo, che l’emergenza sanitaria ci sia e che il numero dei contagi sia una elemento quantitativo allarmante.

Domanda: costringere tutti a vaccinarsi risolverebbe il problema contagi?

In altre parole, contagia di più un vaccinato che è libero di muoversi a suo piacimento e che se ha contratto il virus, essendo protetto, non ha sintomi e neppure si mette in allarme o un non vaccinato che fa un tampone ogni due giorni e se si imbatte nel virus ha sintomi?

Che i vaccinati, almeno finché dura immunità ora stimata in 3 mesi, abbiano meno carica virale è un dato medico scientifico. Che, a causa dell’assunzione di minori precauzioni, i vaccinati nel concreto siano contagiosi come i vaccinati se non più è un dato di esperienza, tant’è che – solo per fare un esempio – lo stesso Governo Draghi ad aver imposto la mascherina FFP2 anche ai lavoratori vaccinati.