Spreco infinito di acqua su via Catania. Nella città a rischio crisi idrica l’acqua potabile finisce nella strada. Nessuno interviene. Chi denuncia si scontra con il muro di gomma della burocrazia inefficiente

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L’acqua potabile finisce nella strada da almeno due mesi. Un cittadino ha segnalato lo spreco di centinaia di litri al giorno nel settembre scorso all’Amam, l’Azienda municipale. In moltissimi passano, guardano. Alcuni esclamano: “Che vergogna”.
Le migliaia di pubblici ufficiali che percorrono via Catania se anche si accorgono che dal muretto che delimita il campo di atletica “Ex Gil” sgorga copiosamente acqua tanto da allagare la sede stradale fanno finta di nulla.
Lo stesso cittadino autore della prima segnalazione ripassando nelle stessa strada nella mattina del 28 novembre non crede ai suoi occhi. Nessuna ha fatto nulla in due mesi. Nella città sempre sull’orlo di una crisi idrica che nei mesi scorsi l’ha portata alla ribalta nazionale non interessa a nessuno che l’acqua finisca per strada mentre i cittadini per poter avere l’acqua tutto il giorno sono costretti a comprare serbatoi e motorini dell’autoclave.
Lo stesso cittadino cosi si ferma, e telefona di nuovo all’Amam (0903687722). Fornisce le sue generalità. E (ri) segnala il problema. Dall’altra parte del telefono c’è un signore che rifiuta di dare le proprie generalità. Sa solo dire che se l’intervento non c’è stato è forse perché non competenza dell’Amam: “Il tubo da cui esce l’acqua è montante? Di chi è il tubo?”, chiede. Non sa dove si trova l’ex Gil e continua a chiedere: “Mi da il numero civico?”. A nulla vale spiegare che un muro che delimita una struttura sportiva non ha numero civico.
Mentre il cittadino parla al telefono con l’uomo senza identità dell’Amam, passa una macchina della polizia provinciale, che da quella strada sarà passata migliaia visto che li vicino c’è la centrale della polizia provinciale. Dentro ci sono con due uomini, due pubblici ufficiali. Nonostante la strada sia allagata si fermano giusto perché il cittadino li blocca. “Lo segnaleremo all’Amam”, dicono e se ne vanno di fretta. Il cittadino non si rassegna. Chiama la polizia municipale. Spiega la cosa. L’operatore dapprima risponde: “Non è nostra competenza”. Il cittadino insiste: “Non chiedo che la polizia municipale aggiusti il tubo, ma che prenda atto che c’è un’omissione in atti d’ufficio che determina danni ai cittadini e alle casse pubbliche”. L’agente allora si corregge e spiega: “Se vuole, faccia un esposto. Io posso solo telefonare l’Amam e segnalare il problema”.

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