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Tentato omicidio di Ylenia Bonavera, la Procura le contesta il reato di favoreggiamento personale ma la vittima continua a difendere Alessio Mantineo. Nuova lite con la madre nel corso dell’udienza preliminare. Il Gup rinvia al 22 novembre per sentire le due donne

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Ylenia Bonavera e Alessio Mantineo

Ylenia Bonavera e Alessio Mantineo

 

Le prove raccolte dagli inquirenti sono schiaccianti. E la Procura di Messina ha aperto un fascicolo nei suoi confronti per favoreggiamento personale.

Ylenia Bonavera però continua a difendere Alessio Mantineo, il fidanzato accusato di averle lanciato addosso della benzina dandole fuoco, a seguito dell’ennesimo litigio, alle 5 circa del mattino dell’8 gennaio 2017.

Questa mattina nel corso dell’Udienza preliminare davanti al giudice Salvatore Mastroeni, la ragazza di 23 anni non solo non ha voluto costituirsi parte civile ma per difendere il fidanzato ha litigato con la madre, Nunziata Giorgio Piluso, che invece assistita dal legale Roberto Bonavita si è costituita.

Si è così ripetuto, questa volta in un’aula di giustizia, lo stesso spettacolo che tutti gli italiani hanno visto sugli schermi televisivi della trasmissione la “Pomeriggio 5”, qualche giorno dopo i fatti, mentre Ylenia era ancora ricoverata in ospedale.

La Procura di Messina sulla scorta del materiale probatorio raccolto nell’immediatezza dei  fatti aveva chiesto il rinvio a giudizio con un accusa di tentato omicidio.

L’avvocato di Alessio Mantineo, Salvatore Silvestro, aveva invece domandato il rito abbreviato condizionato proprio alla audizione della ragazza.

Il giudice ha rinviato all’udienza del 22 novembre, disponendo sia l’audizione della ragazza che quella della madre.

Rigettata la costituzione di parte civile di una serie di associazioni anti violenza.

Una difesa strenua

Ilenia pure questa mattina, sia pure nel corso del litigio con la madre, ha continuato a sostenere la versione assolutoria data agli uomini della polizia.

“E ‘ stato un uomo di 26/27 anni di cui non ho riconosciuto l’identità né il possibile movente a cui ho aperto la porta di casa alle 4 di mattina. Non è stato Alessio”, ha dichiarato il giorno dopo l’aggressione.

Eppure, che fosse stato il ragazzo ventisettenne con cui da tempo intratteneva una relazione burrascosa, Ylenia lo aveva confidato a caldo in stato di shock e dolente per le ustioni, alla vicina ottantenne, alla cui porta aveva bussato quella mattina chiedendo aiuto: “La prego mi aiuti. Chiami il 118”.

La promessa di omertà e il reato di favoreggiamento personale

All’addetto della centrale operativa del 118 che cercava di capire cosa fosse successo, la donna ottantenne ha detto che Ylenia le aveva raccontato che a darle fuoco era stato il suo ex fidanzato, come peraltro risulta dalla registrazione della comunicazione.

La ragazza però non aveva per nulla gradito la loquacità della donna: “Quando finii di parlare con il 118,Ylenia mi ha detto: “Io non sono una sbirra“, ha raccontato l’anziana donna agli agenti che successivamente l’hanno sentita.

Che fosse stato Alessio, lo ha di nuovo detto qualche ora dopo davanti al medico che la stava medicando e alla madre: “Chi è stato, chi è stato, è stato Alessio”, ha detto la ragazza, come hanno raccontato la madre e il medico agli inquirenti. E, prima ancora,lo ha detto alla zia che era accorsa subito in ospedale.

Poi però interrogata, qualche ora dopo dagli inquirenti, ha fornito la versione assolutoria favorevole ad Alessio. E da quella versione non si è più schiodata.

Tanto che la Procura, dinanzi ai fatti accertati e alle prove raccolte, ha dovuto iscriverla sul registro degli indagati per favoreggiamento personale, reato che prevede una pena sino a 4 anni di reclusione, proprio perché sta aiutando Alessio “a eludere le investigazioni dell’Autorità”.

 

 Con la tanica in mano

Alessio Mantineo, che a sua volta si è sempre professato innocente, è stato invece inchiodato dalla telecamere del distributore di benzina che lo hanno immortalato mentre riempiva una tanica di benzina un’ora prima che Ylenia bussasse alla porta della vicina per chiedere aiuto.

Ylenia è stata pure smentita dalle testimonianze delle amiche su cosa sia accaduto quella sera.

La ragazza ha raccontato di aver incontrato in precedenza all’Officina, un locale di Messina, Alessio, ma di essere stata accompagnata al mattino a casa dalle amiche, con le quali quella sera era uscita.

Le amiche hanno, invece, dichiarato: “Ylenia e Alessio sono andati via dal locale intorno alle 2 per conto loro. Da quel momento non li abbiamo più visti”.

“Le spiegazioni di Alessio Mantineo appaiono fantasiose”. Nell’ordinanza del Gip Fiorentino il perchè del carcere per il giovane accusato di aver tentato di bruciare l’ex. Ylenia Bonavera smentita pure dalla zia: “Mi ha detto: Chi è stato, chi è stato… è stato Alessio”. E dalle amiche

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Ylenia Bonavera e Alessio Mantineo

Ylenia Bonavera e Alessio Mantineo

“E’ vero sono andato a prendere la benzina al distributore nella notte tra sabato e domenica ma era perché ero rimasto a secco e così mi sono fatto prestare un scooter per comprare la benzina necessaria a far ripartire il mio”.

Alessio Mantineo, il ragazzo di 26 anni accusato di aver cosparso di benzina e dato fuoco alla ex fidanzata Ylenia Bonavera all’alba di domenica, non si aspettava che gli inquirenti avessero scovato le immagini che lo mostravano intento a comprare un litro di benzina nell’hard disk del sistema di registrazione del distributore Eni di Contesse (abbastanza lontano dall’abitazione della ex, sita a Bordonaro), alle ore 4 e 24 minuti. Esattamente un’ora e mezza prima che Ylenia, dolente per le ustioni sulle gambe, chiedesse (alle ore 6 circa) aiuto alla vicina di casa.

L’accertamento investigativo è stato messo a disposizione della difesa solo nella mattina di oggi, poco tempo prima dell’interrogatorio.

Tuttavia, il giovane, non si è scomposto fornendo una spiegazione anche di questo.

La spiegazione, però, non ha incantato il Giudice per le indagini preliminari Eugenio Fiorentino che al termine dell’interrogatorio ha disposto per lui gli arresti in carcere. “L’indagato non ha saputo dire da chi avesse preso in prestito il motorino, né ha saputo descrivere le sue fattezze. Il suo racconto è inverosimile, come fantasiosa appare la ricostruzione di quanto accaduto durante la giornata di domenica, in cui l’indagato si è reso irreperibile, non rispondendo al telefono e non tornando a casa”, ha motivato il Gip.

D’altro canto, le immagini al distributore, riscontrate con il riconoscimento di Mantineo da parte del benzinaio che lo ha servito, hanno solo aggravato il quadro indiziario che già gli uomini della polizia avevano costruito al momento del fermo, avvenuto la sera di domenica.

La versione ufficiale di Ylenia a freddo

La versione già traballante (vedi articolo) che la vittima aveva fornito qualche ora dopo il fatto agli inquirenti è stata ancor di più smentita da altre testimonianze raccolte successivamente al fermo.

Interrogata in ospedale dalla polizia qualche ora dopo l’accaduto, la ventiduenne, che non è stata mai in pericolo di vita, ha indicato come autore del gesto criminale “un uomo di 26/27 anni, di cui non ho riconosciuto l’identità né il possibile movente, a cui ho aperto la porta di casa alle 5 di mattina”. “Non è stato Alessio”, ha comunque sottolineato. La stessa verità l’ha ribadita nel corso delle decine di interviste televisive che ha rilasciato dal letto di ospedale.

La testimonianza (nuova) della zia

Chi è stato, chi è stato….è stato Alessio“. Non solo alla mamma, alla presenza del medico del Policlinico che la stava medicando, e alla vicina di casa che l’ha soccorsa, ma anche alla zia Enza Bonavera, arrivata in ospedale nel pomeriggio di domenica, Ylenia ha rivelato, invece, che l’autore del gesto criminoso è stato proprio il suo ex fidanzato. E’ stata la stessa zia a raccontarlo agli inquirenti. “Ho chiesto a mia nipote chi fosse stato e lei guardandomi in faccia ha proferito la seguente frase: “Chi è stato, chi è stato….è stato Alessio“.

La testimonianza della zia si unisce a quella della mamma, del sanitario del Policlinico e della vicina di casa ottantenne, alla cui porta quella notte aveva bussato per due volte, in stato confusionale, prima che l’ultima volta si presentasse ustionata, inducendo la donna a chiedere l’intervento del 118.

I tre, mamma, medico e vicina aveva raccontato alla Polizia che Ylenia aveva loro confidato che era stato Alessio a cospargerla di benzina e a darle fuoco. Ha riferito, infatti, agli agenti la mamma Nunziata Giorgio Piluso: “Non appena il medico ha iniziato a pulire le ustioni Ylenia per il forte dolore ha cominciato a raccontare: “Dopo tre mesi che ci eravamo lasciati lui mi ha cercato e siamo andati a ballare all’Officina. Ci siamo divertiti e poi siamo tornati a casa. Qui abbiamo litigato e gli ho detto “Vattene non voglio più stare con te“. Dopo un quarto d’ora è tornato e mi ha buttato la benzina. Ho spento il fuoco con le mani e poi ho chiesto aiuto alla vicina”.

Il medico ha confermato.

La vicina ha raccontato che Ylenia le aveva fatto la stessa confidenza e che, infatti, lei lo aveva spiegato pure all’operatore del 118.

Le registrazioni della centrale operativa del 118

Le registrazioni del 118 hanno mostrato che la memoria della vicina di casa di Ylenia nonostante l’età è integra:  “Eh senta…qua c’è una ragazza, non so se….è litigata con il fidanzato e l’ha bruciata…ora non so”, si sente che dice la donna ottantenne all’operatore della centrale operativa.

Ylenia – secondo il racconto della vicina – non aveva gradito.

“Io non sono sbirra”, ha detto alla donna non appena ha abbassato la cornetta.

La smentita delle amiche

Ylenia per allontanare i sospetti da Alessio agli investigatori ha raccontato di aver incontrato in precedenza all’Officina, un locale di Messina, il suo ex ragazzo ma di essere stata accompagnata al mattino a casa dalle amiche, con le quali quella sera era uscita.

Le amiche che secondo il racconto di Ylenia l’hanno accompagnata a casa dopo la nottata trascorsa al locale hanno, invece, dichiarato: “Ylenia e Alessio sono andavi via dal locale intorno alle 2 per conto loro. Da quel momento non li abbiamo più visti”.

Fiorentino dixit

Sulla base di tutti questi indizi, il Gip Fiorentino ha concluso: “Nonostante l’atteggiamento reticente della vittima, la versione fornita alla mamma, al medico e alla vicina appare logica e lineare. E’ avvalorata dall’attività di indagine successivamente posta in essere che ha offerto una conferma definitiva all’impianto accusatorio”, ha scritto nell’ordinanza. “Nessun dubbio vi può essere che Alessio Mantineo volesse ammazzare l’ex fidanzata e che la sua condotta sia aggravata dalla premeditazione e dalla crudeltà”, ha specificato.

 

Alessio Mantineo resta in carcere: la difesa della sua ex Ylenia Bonavera, vittima di un tentativo di omicidio, non convince il Giudice Fiorentino. Le immagini alla pompa di benzina e le dichiarazioni delle amiche della vittima: ecco i nuovi elementi contro il giovane

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Alessio Mantineo e Ylenia Bonavera

Alessio Mantineo e Ylenia Bonavera

 

Le telecamere di un distributore di benzina lo hanno immortalato mentre riempiva una tanica.

Eppure, si è protestato innocente, innamorato di Ylenia e ha ricostruito tutti i suoi movimenti nella notte tra sabato 9 e domenica 10 gennaio. Non ha convinto, però, il Giudice per le indagini preliminari Eugenio Fiorentino, che questa mattina lo ha interrogato nel carcere di Gazzi.

Alessio Mantineo, il giovane di 26 anni accusato di aver cosparso di benzina e dato fuoco alla ex fidanzata Ylenia Bonavera all’alba di domenica, rimane in carcere.

Per il giudice gli elementi raccolti dagli inquirenti sono solidi e sufficienti per ritenere gravi gli indizi nei suoi confronti.

Il magistrato ha accolto la tesi accusatoria della Procura benchè sia stata la stessa vittima dell’atto criminale a sostenere pubblicamente e nelle dichiarazioni rese agli inquirenti che Alessio non è l’uomo che ha bussato alla sua porta alle 5.

Sul piatto della bilancia hanno pesato non poco le immagini che hanno immortato Alessio alla pompa di benzina con un contenitore in mano.

Immagini raccolte nelle ultimissime ore dagli investigatori, quando già Mantineo si trovava in carcere sottoposto a fermo di polizia, che hanno avvolorato le testimonianze delle persone che hanno parlato a caldo con Ylenia,  e hanno fatto emergere le contraddizioni del racconto fornito agli inquirenti a freddo dalla vittima, smentita pure dalla sue amiche, egualmente sentite con Alessio Mantineo già in carcere. Ylenia – hanno dichiarato – quella mattina non è tornata a casa accompagnata da loro, come aveva affermato la vittima.

Tecnicamente, il Gip Fiorentino non ha convalidato il fermo disposto dal Pm Antonella Fradà, ritenendo cioè che gli elementi a disposizione sino a quel momento di domenica sera non giustificassero la misura per mancanza del presupposto del pericolo di fuga, ma ha disposto la misura cautelare in carcere anche sulla scorta dei nuovi atti di indagine che hanno completato e aggravato il quadro accusatorio.

Le dichiarazioni rilasciate alle tv e agli inquirenti da Ylenia sono state così smentite e hanno trovato conferma i racconti che la giovane invece aveva fatto alla mamma e alla vicina che l’aveva soccorsa

La ventiduenne, rimasta ustionata sul 13% del corpo e mai in pericolo di vita,  infatti ha fornito due versioni diametralmente opposte dei fatti.

Se la vittima non è una sbirra….

“Io non sono una sbirra”.

C’è una versione che ha dato alla mamma, presente ill medico del Policlinico di Messina che la stava medicando e alla vicina di casa che l’aveva soccorsa all’alba di domenica 8 gennaio.

E c’è una versione che ha fornito da subito agli uomini della polizia.

Il fatto certo è che alle 5 del mattino dell’8 gennaio un uomo l’ha buttata per terra, l’ha cosparsa di benzina, le ha dato fuoco ed è andato via.

Su chi sia stato l’autore del gesto criminale, però, Ylenia Bonavera, 22 anni, ha dato due versioni diverse.

Due versioni distinte da un impegno omertoso professato a caldo, nonostante il bruciore e il dolore della pelle ustionata per il 13% del corpo.

Non è stato Alessio… non so chi sia stato

Interrogata in ospedale dalla polizia qualche ora dopo l’accaduto, la ventiduenne che non è stata mai in pericolo di vita, ha indicato come autore del gesto criminale “un uomo di 26/27 anni di cui non ho riconosciuto l’identità né il possibile movente a cui ho aperto la porta di casa alle 5 di mattina”. Ha comunque raccontato di aver incontrato in precedenza all’Officina, un locale di Messina, il suo ex ragazzo e di essere stata accompagnata al mattino a casa dalle amiche, con le quali quella sera era uscita. “Non è stato Alessio”, ha detto.

E’ stato “lui”

Diversa la versione data alla mamma in ospedale: secondo questo racconto, infatti, l’ autore del gesto criminale è l’ex fidanzato, “lui”, Alessio Mantineo, 26 anni.

Ha riferito agli agenti la mamma Nunziata Giorgio Piluso: “Non appena il medico ha iniziato a pulire le ustioni Ylenia per il forte dolore ha cominciato a raccontare: “Dopo tre mesi che ci eravamo lasciati lui mi ha cercato e siamo andati a ballare all’Officina. Ci siamo divertiti e poi siamo tornati a casa. Qui abbiamo litigato e gli ho detto “Vattene non voglio più stare con te“. Dopo un quarto d’ora è tornato e mi ha buttato la benzina. Ho spento il fuoco con le mani e poi ho chiesto aiuto alla vicina”.

La mamma ha però precisato: “Dopo un po’ però Ylenia ha cambiato versione. Sono sicura – ha sottolineato – che Ylenia quando parlava di lui facesse riferimento ad Alessio Mantineo, perché io le ho chiesto: “Ma non vi eravate lasciati e lei mi ha risposto si, da tre mesi”

Il racconto della mamma di Ylenia è stato confermato dal medico che stava medicando ustioni: “Prima ha detto che le ustioni sono state procurate da “lui”, dopo un po’ la ragazza ha cambiato versione dicendo che era stato un altro mandato da “lui”. In effetti, non ha mai fatto il nome di Alessio, ma solo di “lui”. Ha però detto che Alessio era il suo ex e che lei non ci voleva stare e mi ha mostrato un tatuaggio con il nome di Alessio”, ha detto il sanitario agli inquirenti che lo hanno interrogato.

Gli inquirenti prima ancora di sentire la mamma e il medico si erano messi sulle tracce di Alessio: infatti, appartati a pochi metri della sala del Policlinico in cui Ylenia veniva medicata, avevano loro stessi sentito il racconto della ragazza.

Le richieste di aiuto e la promessa di omertà

Che a cospargerla di benzina fosse stato il suo ex fidanzato, Ylenia lo ha raccontato, in stato di shock e dolente per le ustioni, pure alla vicina ottantenne.

“La prego mi aiuti”. Quella notte, prima di essere cosparsa di benzina, Ylenia aveva chiesto aiuto altre due volte suonando alla vicina di casa: una volta alle ore 3, una volta alle 4: invano. “Sono vecchia e ho un marito malato. Non so come aiutarti”, ha risposto la donna, svegliata dal campanello.

La terza volta, alle 5: i segni di bruciatura sulle sue gambe hanno convinto la dirimpettaia a soccorrerla, aprendole la porta e chiamando il 118.

All’addetto della centrale operativa del 118 che cercava di capire cosa fosse successo, la donna ottantenne ha detto che Ylenia le aveva raccontato che a darle fuoco era stato il suo ex fidanzato.

La ragazza però non aveva per nulla gradito: “Quando finii di parlare con il 118,Ylenia mi ha detto: “Io non sono una sbirra“, ha raccontato la donna agli agenti che successivamente l’hanno sentita.

Irreperibile per una giornata

Nonostante Ylenia non abbia voluto fare la sbirra, gli “sbirri” hanno raccolto indizi di prova che hanno convinto il sostituto procuratore Antonella Fradà a ordinare il fermo di Alessio Mantineo e chiedere la misura cautelare degli arresti in carcere.

Oltre alle testimonianze – secondo il magistrato – che Mantineo sia l’autore del tentativo di uccidere la sua ex è avvalorato anche dal fatto che lo stesso si sia reso per tutta la giornata di domenica irreperibile.

Non è rientrato a casa e non ha risposto al telefono cellulare alle ripetute telefonate degli agenti: ad un certo punto il cellulare l’ha pure spento. In Questura Alessio Mantineo si è presentato la sera, accompagnato dal suo legale, Salvatore Silvestro. Si è avvalso della facoltà di non rispondere, dopo aver precisato che aveva saputo dai suoi familiari che la polizia lo cercasse, essendo ignaro di tutto quanto fosse accaduto.

Di più. Che Ylenia copra Alessio è dimostrato – secondo il pm – dal fatto che non ha raccontato alla polizia che quella notte avesse chiesto aiuto per tre volte, a testimonianza del fatto che il tentativo di ammazzarla fosse stato preceduto da litigi furiosi con l’ex fidanzato, di cui peraltro la polizia scientifica ha trovato segni (“diversi suppellettili sparsi per terra”), nella casa di Ylenia.

 

Tentato omicidio di Ylenia Bonavera, la ragazza difende l’ex ma la sua versione è ballerina. Ecco gli indizi a carico di Alessio Mantineo. Quella notte la giovane aveva chiesto per due volte aiuto ai vicini

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Ylenia Bonavera e Alessio Mantineo

Ylenia Bonavera e Alessio Mantineo

 

“Io non sono una sbirra”.

C’è una versione che ha dato alla mamma, presente ill medico del Policlinico di Messina che la stava medicando e alla vicina di casa che l’aveva soccorsa all’alba di domenica 8 gennaio.

E c’è una versione che ha fornito da subito agli uomini della polizia.

Il fatto certo è che alle 5 del mattino dell’8 gennaio un uomo l’ha buttata per terra, l’ha cosparsa di benzina, le ha dato fuoco ed è andato via.

Su chi sia stato l’autore del gesto criminale, però, Ylenia Bonavera, 22 anni, ha dato due versioni diverse.

Due versioni distinte da un impegno omertoso professato a caldo, nonostante il bruciore e il dolore della pelle ustionata per il 13% del corpo.

Non è stato Alessio… non so chi sia stato

Interrogata in ospedale dalla polizia qualche ora dopo l’accaduto, la ventiduenne che non è stata mai in pericolo di vita, ha indicato come autore del gesto criminale “un uomo di 26/27 anni di cui non ho riconosciuto l’identità né il possibile movente a cui ho aperto la porta di casa alle 5 di mattina”. Ha comunque raccontato di aver incontrato in precedenza all’Officina, un locale di Messina, il suo ex ragazzo e di essere stata accompagnata al mattino a casa dalle amiche, con le quali quella sera era uscita. “Non è stato Alessio”, ha detto.

E’ stato “lui”

Diversa la versione data alla mamma in ospedale: secondo questo racconto, infatti, l’ autore del gesto criminale è l’ex fidanzato, “lui”, Alessio Mantineo, 26 anni.

Ha riferito agli agenti la mamma Nunziata Giorgio Piluso: “Non appena il medico ha iniziato a pulire le ustioni Ylenia per il forte dolore ha cominciato a raccontare: “Dopo tre mesi che ci eravamo lasciati lui mi ha cercato e siamo andati a ballare all’Officina. Ci siamo divertiti e poi siamo tornati a casa. Qui abbiamo litigato e gli ho detto “Vattene non voglio più stare con te“. Dopo un quarto d’ora è tornato e mi ha buttato la benzina. Ho spento il fuoco con le mani e poi ho chiesto aiuto alla vicina”.

La mamma ha però precisato: “Dopo un po’ però Ylenia ha cambiato versione. Sono sicura – ha sottolineato – che Ylenia quando parlava di lui facesse riferimento ad Alessio Mantineo, perché io le ho chiesto: “Ma non vi eravate lasciati e lei mi ha risposto si, da tre mesi”

Il racconto della mamma di Ylenia è stato confermato dal medico che stava medicando ustioni: “Prima ha detto che le ustioni sono state procurate da “lui”, dopo un po’ la ragazza ha cambiato versione dicendo che era stato un altro mandato da “lui”. In effetti, non ha mai fatto il nome di Alessio, ma solo di “lui”. Ha però detto che Alessio era il suo ex e che lei non ci voleva stare e mi ha mostrato un tatuaggio con il nome di Alessio”, ha detto il sanitario agli inquirenti che lo hanno interrogato.

Gli inquirenti prima ancora di sentire la mamma e il medico si erano messi sulle tracce di Alessio: infatti, appartati a pochi metri della sala del Policlinico in cui Ylenia veniva medicata, avevano loro stessi sentito il racconto della ragazza.

Le richieste di aiuto e la promessa di omertà

Che a cospargerla di benzina fosse stato il suo ex fidanzato, Ylenia lo ha raccontato, in stato di shock e dolente per le ustioni, pure alla vicina ottantenne.

“La prego mi aiuti”. Quella notte, prima di essere cosparsa di benzina, Ylenia aveva chiesto aiuto altre due volte suonando alla vicina di casa: una volta alle ore 3, una volta alle 4: invano. “Sono vecchia e ho un marito malato. Non so come aiutarti”, ha risposto la donna, svegliata dal campanello.

La terza volta, alle 5: i segni di bruciatura sulle sue gambe hanno convinto la dirimpettaia a soccorrerla, aprendole la porta e chiamando il 118.

All’addetto della centrale operativa del 118 che cercava di capire cosa fosse successo, la donna ottantenne ha detto che Ylenia le aveva raccontato che a darle fuoco era stato il suo ex fidanzato.

La ragazza però non aveva per nulla gradito: “Quando finii di parlare con il 118,Ylenia mi ha detto: “Io non sono una sbirra“, ha raccontato la donna agli agenti che successivamente l’hanno sentita.

Irreperibile per una giornata

Nonostante Ylenia non abbia voluto fare la sbirra, gli “sbirri” hanno raccolto indizi di prova che hanno convinto il sostituto procuratore Antonella Fradà a ordinare il fermo di Alessio Mantineo e chiedere la misura cautelare degli arresti in carcere.

Oltre alle testimonianze – secondo il magistrato – che Mantineo sia l’autore del tentativo di uccidere la sua ex è avvalorato anche dal fatto che lo stesso si sia reso per tutta la giornata di domenica irreperibile.

Non è rientrato a casa e non ha risposto al telefono cellulare alle ripetute telefonate degli agenti: ad un certo punto il cellulare l’ha pure spento. In Questura Alessio Mantineo si è presentato la sera, accompagnato dal suo legale, Salvatore Silvestro. Si è avvalso della facoltà di non rispondere, dopo aver precisato che aveva saputo dai suoi familiari che la polizia lo cercasse, essendo ignaro di tutto quanto fosse accaduto.

Di più. Che Ylenia copra Alessio è dimostrato – secondo il pm – dal fatto che non ha raccontato alla polizia che quella notte avesse chiesto aiuto per tre volte, a testimonianza del fatto che il tentativo di ammazzarla fosse stato preceduto da litigi furiosi con l’ex fidanzato, di cui peraltro la polizia scientifica ha trovato segni (“diversi suppellettili sparsi per terra”), nella casa di Ylenia.

Nuovi accertamenti

La versione dei fatti data dalla vittima agli inquirenti potrebbe essere del tutto smentita o confermata dalle testimonianze delle amiche da cui Ylenia dice di essere stata accompagnata a casa la mattina di domenica.

Una storia sbagliata

Ylenia e Alessio avevano iniziato una relazione tre anni fa. Per due anni avevano pure convissuto. Poi qualcosa si è rotto: “I primi due anni il nostro rapporto è stato ottimo. Nell’ultimo anno è diventato burrascoso. Litigavamo per futili motivi e quando accadeva certe volte usavamo le mani. Io riportavo dei lividi e lui dei graffi”, ha spiegato la ragazza. “Mi sono allontanata da mia figlia perché non condividevo la relazione con Alessio che era geloso e la picchiava”, ha raccontato la mamma.

Il precedente… rosso fuoco

Non è la prima volta che Ylenia è presa di mira da criminali con il “debole” per il fuoco. Quattro anni prima, quando aveva 18 anni e prima di iniziare la relazione con Alessio, il suo portone di casa era stato incendiato: “Il fatto è riconducibile a dissapori con la gente di Giostra per gli stupefacenti, di cui facevo uso all’epoca”, ha spiegato Ylenia.