Tag Archive for Università degli Studi di Messina

Policlinico, pulci nei tunnel di collegamento tra i reparti. I parassiti trovati pure in Farmacia. Scattano le misure d’emergenza.

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MEDICI LITIGANO IN SALA PARTO, DONNA E BIMBO GRAVI A MESSINA

MESSINA. Sino a qualche minuto prima che alcuni infermieri fossero insospettiti dai piccolissimi insetti e lanciassero l’allarme, ci sono passati gli addetti alla ristorazione con le vivande e gli operatori sanitari per spostarsi velocemente da un reparto ad un altro ma anche i pazienti sulle barelle o sulle sedie a rotelle. Da ieri mattina i tunnel sotterranei che collegano gli undici padiglioni del Policlinico universitario di Messina sono chiusi. Un provvedimento di urgenza dei vertici aziendali, adottato al termine dei lavori di un tavolo tecnico convocato per affrontare l’emergenza, ne ha inibito il transito a tutti. Il motivo? Un’invasione di pulci. I parassiti dei mammiferi nella giornata di sabato erano stati rinvenuti sui camici da alcuni operatori della Farmacia del Padiglione E, ubicata proprio alla fine di uno dei tunnel. Dopo aver accertato che gli strani insetti altro non erano che pulci, la direzione sanitaria ha innanzitutto reso off limits i percorsi di collegamento, poi ha allertato la ditta specializzata in disinfestazione titolare del relativo appalto. La Pfe Srl, questo il nome della società, proprio nelle giornata di oggi martedì 5 agosto alle ore 20 effettuerà il primo intervento diretto a sterminare la colonia dei pericolosi, soprattutto in ospedale, parassiti, vettori talvolta di virus e batteri. A tutte le imprese che effettuano servizi esterni (lavanderia e vitto) è stato invece chiesto di attrezzarsi per svolgere nei prossimi giorni il servizio utilizzando i percorsi esterni. Read more

Veterinaria, il nuovo ministro «salva» la facoltà bocciata dall’Europa

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messina

MESSINA. L’ex ministra Maria Chiara Carrozza l’aveva cancellata; la nuova, Stefania Giannini l’ha ripescata, ma a metà. Le prove per l’accesso al corso di laurea a numero chiuso di Medicina Veterinaria, fissate per il 9 aprile prossimo, si svolgeranno anche nell’Università di Messina. 
Il neo ministro ha rivisto la clamorosa decisione del predecessore che all’unica facoltà di Veterinaria dell’Italia meridionale da Napoli in giù, da ottanta anni frequentata dai medici degli animali di tutta la Sicilia e della Calabria, per l’anno accademico 2014/2015 aveva assegnato zero posti: senza abilitazione europea e dopo dodici anni dalla segnalazione il verdetto pareva segnato. Sono ora diventati 25 (774 sono quelli messi in palio): erano stati 50 i posti assegnati lo scorso anno. Il ripescaggio è avvenuto perchè i vertici dell’Università si sono impegnati con il ministro Giannini a rimediare in un anno alle mancanze segnalate dall’Europa. Nel decreto firmato il 7 marzo, Giannini dà atto della «rilevanza della certificazione per i corsi di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina Veterinaria da parte dell’European Association of Establishments of Veterinary Education (Eaeve)»: proprio l’ente europeo che aveva bocciato sonoramente la facoltà messinese, costringendo l’ex ministro al drastico provvedimento.
A seguito del sopralluogo del 18 marzo 2013, l’organismo europeo aveva negato l’accreditamento per 4 gravi criticità cui in 12 anni non si è riusciti a porre rimedio. La prima ed unica visita dell’organismo europeo a Messina, infatti, era avvenuta nel 2001. Dodici anni or sono, l’Eaeve ispezionando l’istituto appena trasferito in una struttura nuova di zecca aveva rilevato le carenze, ordinando di porvi rimedio al più presto: invano. «Assenza di un ospedale per grossi animali. Assenza di un centro clinico mobile. Scarso numero di autopsie su grossi animali. Numero irrisorio di visite ambulatoriali su animali di piccola taglia»: sono questi i motivi alla base della bocciatura. In sostanza, l’ente europeo ha certificato che coloro che si laureano a Messina (sono mille gli iscritti al momento) non svolgono appieno l’attività pratica necessaria alla loro formazione secondo gli standard europei. L’azzeramento del corso di laurea era solo il primo di una serie di effetti a catena divenuti qualcosa di più di uno spauracchio: tagli dei fondi europei e nazionali per la ricerca, perdita del valore legale all’estero e in Italia della laurea. Per evitare il disastro il rettore Pietro Navarra, prima stretto collaboratore e poi, dal giugno 2013, successore di Francesco Tomasello (rimasto in carica per 10 anni), ha fatto valere tutto il suo peso in viale Trastevere. «Abbiamo ottenuto una deroga dal ministro – spiega il rettore – impegnandoci ad eliminare tutte le criticità entro marzo 2015». L’ateneo, dunque, per evitare che l’appuntamento con l’epilogo della storica facoltà sia stato rimandato solo di un anno dovrà fare in 365 giorni ciò che non si è fatto in 12 anni. Anni in cui invece di migliorare la qualità dell’offerta formativa si è pensato ad altro.
Un’inchiesta della magistratura, partita da una denuncia del professor Pippo Cucinotta, fece diventare la facoltà di Veterinaria il simbolo della «parentopoli» nell’Ateneo in cui il 50% di ciascuno dei 1350 docenti ha almeno un omonimo. Gli inquirenti sorpresero il rettore Tomasello e un gruppo di docenti intenti a pilotare un concorso destinato al figlio del prorettore Battesimo Macrì in forza alla stessa facoltà. Le indagini mostrarono che se oltre la metà dei 60 veterinari del corpo docente erano legati da parentela non era per una coincidenza aiutata dai geni. Le manovre per truccare l’esito delle prove sono costate al rettore una condanna a 2 anni e 6 mesi per abuso d’ufficio e tentata concussione e severe pene a 10 docenti. In un passaggio della sentenza i giudici per rappresentare il malcostume mutuarono l’intercettazione di un colloquio tra un docente di Veterinaria e un collega di altra facoltà: «…concorsi… figli… troppi figli, troppi interessi…. Veterinaria cè imparentamento dell’83,90%… Di norma la tecnica è sempre questa…. di creare il posto e poi non ci deve essere nessun candidato… è una cittadella chiusa, tu non entri».

Di Michele Schinella per Corriere.it

Medicina, a Messina test nulli dal 2001 al 2010. A rischio le prove del 2013 di tutti gli atenei italiani

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UNIME

MESSINA. I test di ammissione alla facoltà di Medicina dell’ateneo di Messina svolti tra il 2001 al 2010 sono illegittimi. Quelli che si sono tenuti in tutte le Università italiane nel 2013 rischiano di essere travolti da una valanga di ricorsi. Il motivo? Violazione dell’anonimato.

La decisione dei giudici dell’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato depositata da qualche giorno riguarda le prove che si sono tenute a Messina (allo stesso modo degli anni precedenti) nel 2010, ma detta un principio che alla luce di come si sono svolte le prove il 9 settembre del 2013 apre la strada alla dichiarazione di invalidità dei test tenuti l’ultimo anno in tutti gli atenei di Italia e a cui hanno partecipato 75mila aspiranti medici per accaparrarsi i 10mila posti messi in palio.

Test medicina

I 15 giudici del massimo organo della giurisdizione amministrativa, correggendo l’orientamento dei giudici del Tribunale amministrativo regionale di Catania, hanno stabilito infatti che “nelle prove scritte dei pubblici concorsi o delle pubbliche selezioni di stampo comparativo una violazione non irrilevante della regola dell’anonimato da parte della Commissione determina de iure la radicale invalidità della graduatoria finale, senza necessità di accertare in concreto l’effettiva lesione dell’imparzialità in sede di correzione“. Che violazione della regola dell’anonimato a Messina ci fosse stata l’avevano già rilevato ed ammesso sia i giudici di primo grado che i giudici di appello del Consiglio di giustizia amministrativa. I primi tuttavia avevano ritenuto di non poter annullare le prove perché non vi era prova che in concreto questa violazione avesse inciso sull’esito della prova. I secondi prima di decidere nel merito hanno rimesso la questione di diritto ai giudici guidati da Giorgio Giovannini. Che l’hanno pensata diversamente dai magistrati catanesi.

Per i giudici del Consiglio di Stato, infatti, perché le prove siano annullate non è necessario che si scopra, per uscire dai tecnicismi giuridici, che nel viaggio dall’ateneo al Cineca a Bologna per la correzione, qualcuno potendo individuare (a causa della violazione dell’anonimato, appunto) la scheda di risposte del candidato preferito lo abbia poi davvero favorito con la correzione postuma. Basta soltanto che questa possibilità, in astratto, ci sia. Read more

L’ex rettore Tomasello “costretto” a lasciare la direzione di Neurochirurgia del Policlinico

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Francesco Tomasello

MESSINA. Ha giocato d’anticipo facendo un passo indietro prima che il manager del Policlinico Universitario di Messina lo sospendesse dall’incarico di primario del reparto di Neurochirurgia che dirigeva da 27 anni. Costa cara a Franco Tomasello la condanna in primo grado a 3 anni e sei mesi per tentata concussione e abuso per il tentativo di truccare un concorso del 2006 per associato di Chirurgia Veterinaria a favore del figlio del suo prorettore, Battesimo Macrì. 

L’ex rettore, 67 anni, dopo aver smesso lo scorso luglio l’ermellino per scadenza del mandato (non più rinnovabile) durato nove anni (due dei quali guadagnati grazie ad un’autoproroga), è costretto a rinunciare alla direzione dell’Unità operativa complessa dell’azienda ospedaliera universitaria di viale Gazzi. Se non l’avesse fatto sua sponte, al manager del Policlinico, Giuseppe Pecoraro, non sarebbe rimasta altra scelta che revocargli l’incarico. Read more

Veterinaria, bocciatura europea. In bilico le lauree

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MESSINA. La laurea in Veterinaria rilasciata dall’Università di Messina? Dal 2016 potrebbe non valere nulla: in Europa e, secondo l’interpretazione più pessimistica, nella stessa Italia.

L’Ecove, organismo privato di livello europeo, infatti, non ha accreditato la facoltà universitaria, cui sono iscritti attualmente quasi mille studenti provenienti dalla tutta la Sicilia e dalla Calabria: la facoltà di Messina è l’unica del Sud Italia da Napoli in giù. Il caso è unico nel panorama italiano: tutte le altre facoltà di Veterinaria degli atenei sparsi per la penisola hanno, al contrario, ottenuto il via libera dalla stesso organismo europeo. E’ stato il direttore del Dipartimento in Scienze Veterinaria, Antonio Panebianco, a comunicarlo a tutti i docenti della Facoltà: «Vi inoltro il giudizio negativo (leggi allegato), purtroppo senza appello, espresso dall’Ecove», ha scritto in una mail il direttore Panebianco nella tarda serata di mercoledì 30 ottobre del 2013. Alla nota è allegata la decisione finale dell’Ecove che, a seguito del sopralluogo del 18 marzo del 2013, boccia la Facoltà per 4 gravi criticità cui in 12 anni (la prima e unica visita dell’Ecove a Messina avvenne nel 2001) non si è riusciti a porre rimedio: «Assenza di un ospedale per grossi animali. Assenza di un centro clinico mobile. Scarso numero di autopsie su grossi animali. Numero irrisorio di visite ambulatoriali su animali di piccola taglia». In sostanza, l’organismo ha certificato che coloro che si laureano a Messina non svolgono appieno l’attività pratica necessaria alla loro formazione. Read more