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Punto nascita di Barcellona: il Megafono urla, Crocetta attacca e Borsellino licenzia. I cittadini, invece, pagano 32 mila euro di danni all’ex manager dell’Asp 5 di Messina Magistri, reintegrato dal Tar. L’imbarazzo dell’attuale Dg Gaetano Sirna, “impossibilitato” a denunciare l’assessore alla sanità alla Corte dei conti

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Lucia Borsellino e Rosario Crocetta

Lucia Borsellino e Rosario Crocetta

A licenziarlo in tronco il 21 gennaio del 2014, quattro giorni dopo che il presidente del Tar di Catania con decreto (senza alcuna attività istruttoria) aveva sospeso l’accorpamento del punto nascita di Barcellona a quello di Milazzo e il Governatore Rosario Crocetta l’aveva pubblicamente attaccato, era stato l’assessore regionale alla Sanità, Lucia Borsellino.

Ad annullare la revoca dell’incarico, rimettendo Manlio Magistri (l’11 aprile del 2014) alla guida dell’Azienda sanitaria provinciale 5 di Messina, è stato (con ordinanza cautelare) il medesimo organo di giustizia amministrativa etneo.

I giudici amministrativi, in un separato giudizio nato dal ricorso contro l’accorpamento del sindaco della città del Longano, Maria Teresa Collica, nel frattempo hanno ricevuto una relazione dei Nucleo antisofisticazioni di carabinieri (Nas) i quali hanno ritenuto l’accorpamento “necessario per la migliore tutela della salute di nascituri e mamme nonché conforme al decreto assessoriale sul riordino dei punti nascita”: esattamente ciò che sosteneva Magistri.

Manlio Magistri

Manlio Magistri

Ma a pagare, adesso, sono le casse pubbliche.

Trentaduemila euro: è questo il conto che ha presentato all’Asp 5 dall’ex commissario straordinario Magistri, forte della sentenza del Tar del 9 ottobre del 2014 che, confermando il provvedimento dell’ 11 aprile 2014 ed entrando nel merito, boccia l’operato dell’assessore Borsellino. Si tratta della retribuzione lorda che l’ex manager non ha percepito per il periodo in cui ha dovuto abbandonare (ingiustamente, secondo i giudici) gli uffici di via La farina di Messina sostituito da Giovanni Migliore, a sua volta retribuito. Sulla scorta del parere dell’Ufficio legale, i 32mila euro sono stati liquidati dai vertici dell’asp 5 guidati da Gaetano Sirna, dall’estate del 2014 successore di Magistri.

Il Tribunale amministrativo ha sottolineato come “la revoca dell’incarico che si è atteggiato come un provvedimento sanzionatorio rispetto alla soppressione del punto nascita dell’ospedale di Barcellona la cui legittimità è stata confermata da questo Tribunale, è stata adottata senza alcun rispetto dei diritti di difesa e senza che vi fosse alcuna urgenza”.

L’imbarazzo del direttore generale Sirna

Ma perché deve essere l’Asp 5 a pagare se la condotta illegittima l’ha tenuta l’assessore Borsellino? “Il datore

Gaetano Sirna

Gaetano Sirna

di lavoro di Magistri era l’Asp e quindi dev’essere l’Asp a pagare. L’ufficio legale ha attestato che è opportuno pagare per evitare un contenzioso con Magistri sicuramente vincente e il danno aggravato da spese legali interessi e quant’altro. La delibera ad ogni modo è stata trasmessa all’assessorato regionale alla Salute”, precisa Sirna.

Ma la delibera non andrebbe trasmessa pure alla Procura della Corte dei conti perché accerti la responsabilità erariale dell’assessore? “Io dovrei fare una cosa contro chi mi ha nominato? Non so. Forse c’è conflitto di interessi. La vicenda in effetti è imbarazzante”, dice il direttore. “Magari sarà lo stesso assessore a inviarla alla Procura”, conclude Gaetano Sirna..

 

Immagine rovinata

Il danno per le casse pubbliche potrebbe essere maggiore dei 32mila euro.

Il manager milazzese, infatti, aveva chiesto 500mila euro di risarcimento per i danni all’immagine subiti in conseguenza del licenziamento e del messaggio di “manager incapace” che era stato veicolato. Il Tar, invece, ha ritenuto che “il pronto ristoro ottenuto con il giudizio cautelare e la massima diffusione che ha avuto la notizia del reintegro giustifica il rigetto della domanda di risarcimento”. Magistri, però, di questo non è molto convinto e, sempre assistito dall’avvocato Silvano Martella, si è rivolto al Consiglio di giustizia amministrativa. In caso di vittoria a pagare sarà, almeno in prima battuta, la regione Sicilia (Presidenza e assessorato) nei cui confronti ha orientato l’azione l’ex commissario.

 

La battaglia… contro la salute

L’amministrazione comunale di Barcellona assistita dal legale Rosaria Natalia Imbesi (con parcella sul groppone del Comune) aveva impugnato la delibera che accorpava il punto nascita di Barcellona a quello di Milazzo. Tuttavia, dopo il deposito della relazione dei Nas che dava ragione a Magistri, ha rinunciato a chiedere la pronuncia dei giudici ed è stata condannata a pagare mille euro a favore del manager.

Maria Teresa Collica

Maria Teresa Collica

I duri attacchi di Crocetta e la decisione della Borsellino di esautorare Magistri erano stati preceduti da una campagna politica e mediatica che aveva visto impegnati in prima linea il sindaco di Barcellona Collica e l’assessore Davide Bongiovanni. Il primo cittadino aveva presentato un esposto alla Procura sulla scorta di un’ispezione effettuata a sorpresa al reparto di Ostetricia di Milazzo proprio dall’assessore. Quest’ultimo nell’occasione ha girato un  filmato e scattato fotografie. Allegate all’esposto – a suo dire – descrivevano “la condizione del reparto di Milazzo privo dei più elementari sistemi di sicurezza per le pazienti, partorienti e donne in attesa di interventi operatori”. L’ esposto, però, è stato smentito dai Nas. Bongiovanni, responsabile de Il Megafono (la formazione politica del Governatore) di Milazzo è uomo politicamente molto vicino all’onorevole Beppe Lumia, principale sostenitore e ispiratore della politica di Crocetta.

Ausiliari precari dell’Asp 5, il manager Sirna ci ripensa. La graduatoria scorrerà, ma non troppo. La Fials: “Stop al precariato, fonte di clientele”

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Il direttore generale dell'Asp 5 Gaetano Sirna

Il direttore generale dell’Asp 5 Gaetano Sirna

Scorrimento si, ma a scartamento ridotto. Il manager dell’Asp 5 Gaetano Sirna si è preso una giornata di riflessione, ma alla fine, nel tardo pomeriggio di mercoledì 11 gennaio, decide di dare ascolto ai sindacati e al prefetto di Messina Stefano Trotta, con i quali si era incontrato martedì 10 gennaio 2015. I secondi 130 (di una graduatoria che conta 5400 persone) ausiliari precari dell’Asp 5 di Messina avranno la proroga di altri sei mesi dell’incarico in modo da arrivare ad un anno di servizio, come i primi 130, che avevano lavorato dal primo luglio del 2014 al 31 luglio del 2015.

Il direttore generale, in prima battuta, aveva invece deciso di non prorogare i contratti e, invece, di richiamare in servizio i primi 130. Il motivo l’ha spiegato anche ai sindacati e al prefetto: “La legge lo consente,la meritocrazia e il rispetto della casse pubbliche ce lo impongono”, aveva motivato Sirna forte del fatto che l’avviso pubblicato a suo tempo per la formazione della graduatoria non stabilisse la durata degli incarichi ma specificasse soltanto “ai fini dell’eventuale conferimento di incarichi a tempo determinato”. Il prefetto Trotta, che ha fatto da arbitro tra il manager e i sindacati, l’ha comunque invitato a tenere conto della situazione di disagio economico e sociale che vive la città. Gaetano Sirna, invece di prorogare i contratti di coloro già in servizio, aveva un’altra scelta: chiamare il terzo gruppo di 130 della graduatoria, applicando da subito lo scorrimento. “Al termine dei sei mesi, se ci saranno  esigenze di personale ausiliario negli ospedali, chiamerò il terzo gruppo di precari”, promette il manager. Che sottolinea: “Rimango convinto della bontà della prima soluzione”.

Sei mesi (o un anno) lavorano i primi 130. I sei mesi (o anno) successivi lavorano gli altri 130 che li seguono in graduatoria, mentre i primi si “godono” l’indennità di disoccupazione erogata dall’Inps che nei sei mesi precedenti avevano percepito gli altri e così via a scorrere.

Gli ausiliari precari dell’Azienda sanitaria provinciale di Messina (e di tutte le aziende sanitarie della regione Sicilia)  fanno questa vita da anni: una vita da precari all’insegna del “lavorare poco, lavorare tutti”, nell’attesa che un concorso pubblico dia stabilità alla loro posizione lavorativa.

A imporre lo scorrimento sono gli avvisi pubblici confezionati al momento della formazione della graduatoria, che in genere vale 3 anni, in cui si precisa che sono diretti a conferire incarichi per sei mesi o per un anno. In questo modo, una volta che i lavoratori hanno esaurito il periodo di incarico fissato dal bando, si deve procedere allo scoririmento della graduatoria, come hanno più volte stabilito i giudici del Lavoro. Così invece non è stato nel caso dell’ultimo bando per formare la graduatoria degli ausiliari, in cui si parklva genericamente di “eventuali incarichi”.

Domenico La Rocca, segretario della Fials sanità, spiega: “Il problema non è se lo scorrimento è giusto o meno. La legge vieta gli incarichi a tempo determinato. Se ci sono posti in organico vuoti, come ci sono all’Asp 5, bisogna fare i concorsi per dare certezza alla gente e non alimentare le clientele: così è stato fatto al Policlinico di Messina, ad esempio”.

A cercare di eliminare il precariato degli ausiliari all’interno dell’Asp 5 ci aveva provato l’ex commissario straordinario Francesco Poli. Nel 2012 bandì un concorso per coprire con lavoratori a tempo indeterminato i posti in organico non coperti. Furono presentate 6mila domande. La commissione del concorso ne esaminò 2mila. ll successore di Poli, Manlio Magistri, sospese le procedure concorsuali. “La motivazione della decisione di Magistri – afferma La Rocca – è per me ancora incomprensibile”.