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Licenziamento del primario di nefrologia Guido Bellinghieri, il Cga condanna il Policlinico a pagare 19 mensilità. La decisione dell’ex manager Giuseppe Pecoraro bocciata dai giudici amministrativi

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Guido Bellinghieri

Guido Bellinghieri

I vertici del Policlinico di Messina dopo la sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa di maggio del 2015 pensavano di cavarsela versandogli 5 mensilità dello stipendio di primario.

Gli stessi giudici chiamati nuovamente a pronunciarsi in sede di ottemperanza, invece, il 22 febbraio del 2017 hanno ordinato che gliene vengano corrisposte 19: quelle che non ha percepito da quando fu licenziato dall’azienda universitaria a quando rimase in servizio come docente universitario.

Il primario di Nefrologia del Policlinico, Guido Bellinghieri, fu mandato forzosamente in pensione dall’ex direttore generale, Giuseppe Pecoraro, il primo giugno del 2012, tre mesi dopo il compimento dei suoi 70 anni (avvenuto il 2 marzo del 2012).

Ma a pagare il risarcimento (secondo una stima grossolana, circa 50mila euro) saranno ora i contribuenti.

Il manager palermitano applicò la normativa sui dirigenti medici, che prevedeva un limite di età di 70 anni, senza tenere conto che Guido Bellinghieri era anche professore universitario e un principio da anni ormai affermato in giurisprudenza stabiliva che l’attività didattica e di ricerca e quella sanitaria sono inscindibili.

Dunque, il docente aveva il diritto di rimanere in servizio come primario al Policlinico sin tanto che aveva il diritto di rimanere in servizio come professore universitario e tale è rimasto.

Le tappe della vicenda

Guido Bellinghieri nel 2009, sulla base della disciplina vigente, chiese e ottenne dal rettore dell’ateneo di rimanere in servizio come professore sino a 72 anni.

Nel dicembre del 2010 entra in vigore la legge Gelmini che stabilisce che il limite massimo per un docente universitario sono i 70 anni, con diritto comunque a completare l’anno accademico in corso, che termina il 31 ottobre di ogni anno.

Quando la Bellinghieri viene licenziato da Pecoraro, la legge Gelmini è già finita al vaglio della Corte costituzionale e, comunque, Bellinghieri ha in mano un decreto rettorale: in ogni caso anche sulla base della legge Gelmini ha diritto, nella peggiore delle ipotesi, di completare l’anno accademico.

Pecoraro di tutto questo non tiene conto.

La Corte costituzionale nel maggio del 2013 annulla varie norme della legge Gelmini, tra cui quella che fissa il limite di età a 70 anni.

Il docente di Nefrologia, lasciato senza attività sanitaria, pur potendo rimanere in servizio come docente sino al 31 ottobre del 2014, il 31 dicembre del 2013 si dimette da docente e va in pensione.

Le decisioni del Consiglio di giustizia amministrativa

Il Consiglio di giustizia amministrativa con  sentenza del maggio del 2015  ha bocciato l’operato del manager Giuseppe Pecoraro, bollando come illegittima la risoluzione del rapporto di lavoro.

I vertici del Policlinico hanno così pensato di adempiere alla sentenza del Cga corrispondendo a Bellinghieri gli stipendi dal momento del licenziamento sino al momento in cui sulla base della norma della legge Gelmini (all’epoca vigente e poi cassata) poteva rimanere in servizio (il 31 ottobre del 2012): quindi, 5 mensilità.

Il primario, assistito dai legali Santi Delia e Umberto Cantelli, è così tornato davanti a giudici amministrativi per l’ottemperanza alla loro stessa sentenza.

I giudici gli hanno dato ragione stabilendo il diritto agli emolumenti di primario sino a quando è rimasto docente universitario: 19 mensilità, che potevano essere 29 se Bellinghieri non si fosse spontaneamente dimesso da docente universitario.

L’ex rettore Tomasello “costretto” a lasciare la direzione di Neurochirurgia del Policlinico

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Francesco Tomasello

MESSINA. Ha giocato d’anticipo facendo un passo indietro prima che il manager del Policlinico Universitario di Messina lo sospendesse dall’incarico di primario del reparto di Neurochirurgia che dirigeva da 27 anni. Costa cara a Franco Tomasello la condanna in primo grado a 3 anni e sei mesi per tentata concussione e abuso per il tentativo di truccare un concorso del 2006 per associato di Chirurgia Veterinaria a favore del figlio del suo prorettore, Battesimo Macrì. 

L’ex rettore, 67 anni, dopo aver smesso lo scorso luglio l’ermellino per scadenza del mandato (non più rinnovabile) durato nove anni (due dei quali guadagnati grazie ad un’autoproroga), è costretto a rinunciare alla direzione dell’Unità operativa complessa dell’azienda ospedaliera universitaria di viale Gazzi. Se non l’avesse fatto sua sponte, al manager del Policlinico, Giuseppe Pecoraro, non sarebbe rimasta altra scelta che revocargli l’incarico. Read more