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Appalto truccato al Cas: in libertà gli imprenditori. Il Tribunale del Riesame boccia la Procura. La debolezza dell’accusa fondata sulla gara “sbagliata”

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Sede del Cas

La sede del Cas di contrada Scoppo a Messina

La turbativa della gara d’appalto bandita a maggio del 2013 dal Consorzio autostrade siciliane non c’è stata. C’è stato, invece, il tentativo di turbarla. Il 5 dicembre 2014, il Tribunale del Riesame presieduto da Maria Militello ha revocato la misura cautelare degli arresti domiciliari per gli imprenditori Nino Giordano, Giuseppe Iacolino, Francesco Duca e Rossella Venuto, bocciando l’impianto accusatorio costruito dal sostituto procuratore Fabrizio Monaco e avallato dal Giudice per le indagini preliminari Maria Luisa Materia, che aveva accolto in parte la richiesta di misure cautelari. Il pm Monaco, in realtà, per tutti gli imprenditori aveva domandato la misura cautelare più severa: gli arresti in carcere. Il Tribunale del riesame derubricando il reato da turbativa d’asta in tentata turbativa dell’appalto di “Sorveglianza attrezzata e per interventi urgenti e assistenza del traffico” da 2 milioni di euro per sei mesi, ha ritenuto misura cautelare proporzionata al reato contestato quella di divieto ad esercitare imprese o uffici direttivi delle persone giuridiche per due mesi.

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Tangenti al Cas, la gara turbata. Lo spettacolo degli arresti, l’estraneità dei funzionari pubblici ai “turbamenti” e la “voracità” di Frisone

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L'imprenditore Nino Giordano

L’imprenditore Nino Giordano

Tre imprenditori, due dei quali alleati e uno a capo di un’altra azienda, si incontrano e si parlano per tentare di congegnare una strategia per vincere una gara d’appalto bandita dal Consorzio autostrade siciliane. Ma la gara per la “Sorveglianza attrezzata e per interventi urgenti e assistenza del traffico” da 2 milioni di euro per sei mesi la vince l’imprenditore che stando a quanto si arguisce dalle intercettazioni avrebbe dovuto perderla. Per un pelo. Perché poco ci manca, solo due punti su 100, che la vinca il terzo concorrente. Antonino Giordano, imprenditore tra i più in vista di Messina con interessi che spaziano dal settore delle pulizie a quello bancario passando per l’immobiliare, e Francesco Duca di Milazzo (i perdenti) e Giuseppe Iacolino di Agrigento (il vincente) titolare di Eurotel Srl martedì 18 novembre 2014 sono stati messi agli arresti domiciliari accusati di turbativa d’asta, il reato (punito con una pena sino a 5 anni di reclusione) che commette chi “inquina con violenza o minaccia, o con doni, promesse, collusioni o altri mezzi fraudolenti, impedisce o turba la gara”, a prescindere se l’accordo va a buon fine. Per i tre imprenditori il sostituto della procura di Messina, Fabrizio Monaco, aveva chiesto la custodia cautelare in carcere. Ha ottenuto dal Gip Maria Luisa Materia una misura meno dura eseguita, in piena notte, alle 4 del mattino. Con il buio, gli agenti della Dia si sono presentati a casa degli indagati con le telecamere al seguito per comunicare loro che non si potevano muovere da casa notificando l’ordinanza di misure cautelari. Le scene cinematografiche riprese dagli agenti (pagati con i soldi pubblici) di nessun rilievo probatorio o investigativo sono state invece molto apprezzate dalle televisioni e dai telespettatori. Il carcere era stato chiesto pure per il dirigente del Consorzio Lelio Frisone, finito invece anch’egli ai domiciliari. Read more