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Plagio? “Mancano le prove”. Assolto il docente dell’ateneo di Messina Dario Tomasello. Il figlio dell’ex rettore era accusato di aver copiato interi passi dal suo maestro Giuseppe Amoroso in 18 pubblicazioni, che gli valsero l’abilitazione a ordinario

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Il docente Dario Tomasello

 

L’ateneo guidato dal rettore Pietro Navarra lo aveva sospeso dall’insegnamento e dalla retribuzione per un anno.

Oggi, il Tribunale di Roma l’ha assolto.

Sul collo di Dario Tomasello, docente di Letteratura italiana contemporanea dell’Università di Messina e figlio dell’ex rettore (sino al 2013) Franco, pendeva una delle accuse più infanganti per uno studioso: aver inserito senza citazione interi passi di libri del suo maestro Giuseppe Amoroso in sue pubblicazioni, ben 18, usate successivamente, nel 2012, per procurarsi l’abilitazione nazionale a professore ordinario.

In termini penali, gli era stato contestato il reato di plagio (il reato di chi “ai concorsi presenta, come propri, dissertazioni, studi, pubblicazioni, progetti tecnici e, in genere, lavori che siano opera di altri”) e di violazione del diritto d’autore (per aver messo in vendita i libri “incriminati” ottenendone ricavi economici).

A leggere il dispositivo, l’ assoluzione “perché il fatto non sussiste”, è ai sensi del secondo comma dell’art. 530 c.p.p. : dunque, secondo i giudici capitolini, “manca, è insufficiente o contraddittoria la prova”.

Solo dalla lettura della motivazione sarà possibile comprendere le reali ragioni dell’assoluzione.

L’inchiesta penale (e quella amministrativa e disciplinare) nacque da un esposto inoltrato al rettore dell’ateneo Navarra dal professore Giuseppe Fontanelli, collega di Tomasello, agli inizi del 2014.

Quest’ultimo allievo anch’egli dello stesso Giuseppe Amoroso, non aveva ottenuto l’abilitazione.

Navarra lo trasmise alla Procura di Messina e al Ministero dell’Università.

Di qualche mese dopo, maggio del 2014, è la denuncia all’autorità giudiziaria dello stesso Amoroso, che nell’occasione indicò per filo e per segno tutte le parti che gli erano state “prese a prestito”.

Sulla scorta di una relazione di una commissione del Miur che attestava la sussistenza delle copiature, nel 2016, il Consiglio d’amministrazione dell’Università, accogliendo la proposta del rettore Navarra, applicò al docente la massima sanzione disciplinari (destituzione dall’impiego, a parte).