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Truffa ai danni del Miur, a giudizio il direttore generale dell’Università di Messina Carmelo Trommino e l’ex commissario del Cus Sergio Cama. La procura: “Inviavano a Roma report gonfiati per ottenere contributi non dovuti pari a 520 mila euro in 4 anni”. Le biografie di due manager molto sportivi

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Carmelo Trommino e Sergio Cama

Carmelo Trommino e Sergio Cama


Confezionavano e inviavano a Roma, al Ministero dell’Università, prospetti con dati falsi e gonfiati al fine di ottenere maggiori contributi pubblici per la gestione degli impianti sportivi.

E’ questa l’accusa costata all’attuale direttore generale facente funzioni dell’Università di Messina Carmelo Trommino e all’ex commissario del Cus Sergio Cama il rinvio a giudizio per truffa ai danni dello Stato.

Il periodo a cui si riferisce la contestazione va dal 2009 a 2013, anno in cui il Cus fu messo in liquidazione e cessò l’attività.

Le risorse irregolarmente percepite sono state quantificate complessivamente in 525 mila euro.

Si tratta dei fondi previsti dalla Legge 394 del 1977, riservati ai Cus locali, Centri universitari sportivi, che sempre per legge hanno la gestione esclusiva degli impianti sportivi di proprietà dei vari atenei.

La dotazione finanziaria della legge 394 viene ripartita tra i Cus italiani in base a vari parametri tra cui il costo sostenuto per il personale e gli impianti e il numero e l’estensione degli stessi impianti sportivi da gestire.

Secondo le conclusioni cui è giunta la Procura, che si è avvalsa di quattro consulenti, Trommino, all’epoca direttore della costola dell’ateneo UnimeSport, e Cama ogni anno mandavano a Roma prospetti in cui esponevano costi per il personale e per gli impianti che in realtà il Cus non sosteneva.

Ancora di più, indicavano come gestiti dal Centro sportivo universitario strutture che da tempo non erano più nella sua disponibilità ma in quella di UnimeSport, la struttura autonoma creata nel 2006 dall’allora rettore Franco Tomasello su consiglio anche sotto il profilo giuridico dal suo braccio destro Pietro Navarra, che nel 2013 ne ha preso il posto di Magnifico.

Il processo che vedrà sul banco degli imputati Trommino e Cama ha origine da una lunga e complessa inchiesta che il sostituto procuratore Antonio Carchiettì aprì nel 2013 sul Cus di Messina, sui rapporti con l’Università e soprattutto con UnimeSport.

Il pasticciaccio di UnimeSport 

UnimeSport nacque per spazzare via il Cus locale da 40 anni guidato da Piero Jaci.

Nel 2006, su proposta del rettore, infatti, il Consiglio d’amministrazione dell’ateneo tolse al Centro universitario sportivo la gestione di tutti gli impianti sportivi della cittadella di viale Annunziata e la affidò dapprima a Unilav Spa, società partecipata dall’ateneo già operante, e poi a UnimeSport, creata invece appositamente.

Il Cus nazionale (Cusi) presentò subito ricorso al Tribunale amministrativo regionale forte della norma di legge che riservava ai Cus in via esclusiva la gestione degli impianti, e così l’ateneo per evitare di essere bocciato dai giudici amministrativi fu costretto ad una sorta di transazione.

La gestione degli impianti fu divisa: alcuni (campo da baseball e palazzetto dello sport) rimasero al Cus, gli altri a Unime Sport, a capo del quale fu messo da subito (ovvero dagli inizi del 2007) Carmelo Trommino, inizialmente ingaggiato con un contratto di consulente esterno.

 

Trommino, manager sulla fiducia

Marito del magistrato Ornella Pastore, giudice prima (a cavallo degli anni 2000 al Tribunale Siracusa), poi sino al 2006 al Tribunale di Messina e ora presidente di sezione a Reggio Calabria, Trommino tra il 2004 e il 2005 è stato consulente dell’allora assessore regionale allo Sport Fabio Granata, cui era politicamente vicino.

Laureato in Scienze motorie nel 2002, Trommino a Unimesport è arrivato a gennaio del 2007 dal Comune della città di Siracusa, dove dal 2003 svolgeva l’incarico di dirigente a contratto (affidato cioè senza concorso e in via fiduciaria) alle Politiche dello Sport, contemporaneamente (in certi periodi) a quello di consulente alla regione Sicilia.

In precedenza, dal 2000 al 2002, dallo stesso Comune di Siracusa aveva avuto incarichi di consulenza.

Per 7 mesi, sino al 30 luglio 2007 ha cumulato l’incarico di dirigente a Siracusa con quello di consulente di Unimesport  a supporto delle attività gestionali. Ma all’Università di Messina c’ era già stato anche come docente a contratto della facoltà di Scienze motorie, precisamente negli anni accademici dal 2002 a 2005.

Di più: il dirigente aretuseo figura come coautore di una pubblicazione scientifica partorita nell’ateneo di Messina: “Integrins, muscle agrin and sarcoglycans during muscular inactivity conditions: an immunohistochemical study”, datata 2006.

La sua firma figura accanto a quelle prestigiose di Pucci Anastasi, ordinario di anatomia e a quel tempo prorettore di Tomasello, e Dino Bramanti, scienziato instancabile che all’epoca (tra il 2006 e il 2008) si divideva, violando la legge, tra l’attività di docenza universitaria e la direzione scientifica dell’Irccs Neurolesi “Bonino Pulejo”.

Il primo ottobre del 2007, il giorno dopo aver terminato la sua esperienza quadriennale di dirigente al Comune di Siracusa, Trommino è diventato dirigente sempre a contratto (ovvero senza selezione) dell’ateneo di Messina e quindi direttore di UnimeSport.

Dopo 4 anni, il primo settembre del 2011 è entrato nei ruoli dell’ateneo messinese a tempo indeterminato: qualche settimana prima infatti era risultato vincitore di un concorso bandito nel 2010 per “dirigente con specifiche competenze connesse alla direzione di UnimeSport”.

 

Cama, garbatamente predestinato

Figlio di uno dei comandanti di nave piu importanti e piu tenuti in considerazione dalla famiglia degli armatori Franza, Sergio Cama venne nominato commissario del Cus di Messina nel 2010. Fu caldeggiato da Pietro Navarra di cui è amico personale.

Agli inizi del 2010, la protesta clamorosa degli otto dipendenti del Cus, che reclamavano alcune mensilità di stipendi arretrati, fornì al rettore Tomasello il motivo per chiedere ed ottenere dall’organismo nazionale del Cus, il Cusi, la rimozione di Piero Jaci e il commissariamento del Cus, all’epoca già gravato di debiti che superavano i 2 milioni di euro.

Sergio Cama giunse al Cus con l’aureola del risanatore. All’inizio i dipendenti apprezzarono molto il garbo e i pasticcini che portava al mattino in ufficio. Ma di virtuosismi gestionali non si vide neppure l’ombra.

Anzi, quando il Cus fu messo in liquidazione, tre anni dopo, Cama lasciò debiti che erano  arrivati a quasi 4 milioni di euro: se ne andò a lavorare per una società di navigazione.

Il deficif fu aggravato soprattutto dai Campionati nazionali universitari del 2012, costati 800 mila euro e passati alla storia non tanto per le gesta degli atleti arrivati da tutt’Italia per cimentarsi in 20 discipline sportive, ma per le spese «folli». Dai 15 mila euro (per una settimana di lavoro) ai 5 addetti stampa reclutati benché fosse stata ingaggiata un’agenzia di comunicazione costata a sua volta 14 mila euro; passando alla cena di inaugurazione da nababbi (30 mila euro); per finire alle spese per una serie di appalti per servizi, affidati senza regolare gara a prezzi più alti di quelli di mercato.

Il peccato originale

E’ proprio la nascita di UnimeSport alla base delle irregolarità riscontrate dalla Procura e declinate in termini di reato.

Infatti, ben presto ci si accorse che UnimeSport, costola autonoma dell’ateneo, costava troppo e dalla gestione degli impianti incassava pochissimo: anche perché era costretta ad applicare ai vari collaboratori che ingaggiava il contratto del comparto università, molto più gravoso di quello che invece poteva applicare il Cus.

Quest’ultimo infatti godeva di un regime molto agevolato sotto il profilo contributivo e fiscale.

Mentre i contributi che arrivavano al Cus dalla Fondo della legge 394 del 1997 diminuirono proporzionalmente alla riduzione degli impianti gestiti, effetto della transazione.

Come ti salvo…. capre e cavoli

Fu così che per spendere meno in personale e per continuare a incassare i contributi della Legge 394 Cama e Trommino diedero vita a un meccanismo particolarmente vantaggioso ma, secondo gli inquirenti, anche illegale.

Da un lato il Cus fu trasformato  in «un’agenzia di lavoro per reclutare (senza concorso) e fornire all’Università lavoratori a basso costo», come accertarono gli ispettori del lavoro di Messina. L’organo ispettivo verificò infatti che gli istruttori sportivi, gli addetti alla segreteria e persino quelli alle pulizie (in tutto 80 lavoratori), necessari a Unime Sport, li assumeva il Cus con contratti di collaborazione sportiva esentati da tasse e contribuzione previdenziale, ma i lavoratori venivano utilizzati come fossero propri dipendenti subordinati (senza, però, le tutele previste per quest’ultimi), direttamente da Unimesport dell’Università di Messina, che poi rimborsava al Cus il valore degli stipendi.

L’Ispettorato ipotizzando l’interposizione fittizia di manodopera ha comminato multe per due milioni di euro.

Dall’altro lato, Cama e Trommino mandavano a Roma prospetti in cui risultava che il costo del lavoro che usava e pagava di fatto UnimeSport lo sostenesse il Cus.

Allo stesso modo facevano apparire come gestiti dal Cus impianti che non lo erano da anni: il tutto per avere maggiori e non dovuti contributi.

La Procura ritenendo che queste ultime condotte integrino il reato di truffa ha esercitato l’azione penale: l’inizio del processo a carico di Cama e Trommino dopo il rinvio a giudizio decretato il 3 ottobre del 2017 dal Gup Monia De Francesco è previsto per il 7 aprile del 2018.

Un Cus va… e un Cus viene

Mandato in soffitta il vecchio Cus, gravato di 4 milioni di euro di debiti, e le centinaia di creditori, l’ateneo guidato da 2013 da Pietro Navarra, sostenitore dell’operazione che portò alla nascita di Unimesport e al ridimensionamento del Cus, si è rimangiato  quanto fatto in precedenza.

Ha eliminato Unimesport e ha  promosso la creazione di un Cus nuovo di zecca sgravato di tutti i debiti: CusUnime, subito affiliato dal Cusi e affidato alle cure di Nino Micali, funzionario dell’ateneo, a lungo stretto collaboratore di Trommino.

Il nuovo Cus ha la gestione di tutti gli impianti e così prende per intero i contributi della 394.

La sorte del dirigente aretuseo e la distrazione di Navarra

E Carmelo Trommino?

Il dirigente con la laurea in Scienze motorie, assunto specificamente per occuparsi di sport alla guida di Unimesport, alla cittadella sportiva non ha più messo piede.

Eliminata la struttura per cui era stato assunto, è stato incaricato di dirigere il dipartimento amministrativo “Servizi didattici, ricerca e alta formazione”.

Dal qualche settimana è temporaneamente, in attesa del concorso, direttore generale dell’ateneo in sostituzione del neo deputato regionale Franco De Domenico.

Lo ha nominato il rettore Navarra benché qualche mese prima fosse stato rinviato a giudizio per un ipotesi di reato commessa nell’esercizio delle sue funzioni di pubblico ufficiale.