Se corri ti stanchi e così s’indeboliscono le difese immunitarie e se sei positivo ma asintomatico rischi di finire in ospedale. Non hai scelta: resta a casa, barricati dentro!
Ancora peggio se scendi a fare una passeggiata sotto casa con i tuoi figli, reclusi da un mese tra le quattro mura domestiche: “Non l’hai capito che devi rimanere a casa!”. L’ordine è sempre lo stesso.
Tuttavia non ti spazientire, se vuoi, in alternativa, vai a comprare le sigarette. Quelle no, non fanno male, producono benessere. Non sono forse la prima causa di tumore ai polmoni, proprio ciò che colpisce il virus Covid 19? Assolutamente no: rafforzano l’organismo che così sarà pronto a difendersi meglio.
A leggere l’ultima ordinanza “contingibile e urgente” datata 1 aprile del 2020 e adottata dal presidente della regione Sicilia, Nello Musumeci, per contenere la diffusione dei contagi da coronavirus in Sicilia, viene subito da sospettare di essere davanti al pesce d’aprile.
Invece no, è tutto vero.
Il soggetto attuatore del Commissario delegato per l’emergenza coronavirus in Sicilia, oltre a nominare l’ennesimo super consulente, in due mesi non è stato capace di garantire la fornitura agli ospedali di mascherine, né di adottare misure idonee a proteggere adeguatamente le uniche categorie di soggetti che avevano qualcosa da temere dal coronavirus: gli anziani e i malati ricoverati in strutture sanitarie, dove si registrano infatti gli unici focolai di infezione.
Ma ha compreso che non si poteva continuare a sostenere che chi corre e cammina da solo nei pressi della propria abitazione contagi qualcuno: ciò che non è stato sostenuto in nessuna parte d’Italia.
No, il navigato esponente politico, responsabile politico della sanità regionale a capo della quale per meriti indiscutibili ha messo il fior fiore della competenza, grazie all’ausilio di qualcuno degli scienziati che lo coadiuvano, ha superato l’immaginabile.
E’ riuscito a sostenere che praticare sport fa male.
Tanta è stata l’ansia di comunicare ai cittadini siciliani cotanta scoperta che ha distillato questa perla di scienza infusa in un’ordinanza contingibile e urgenze con efficacia sino al 14 aprile prossimo.
Ma si tratta di un’ordinanza illegittima e nulla. Come quelle di analogo tenore che il sindaco di Messina, Cateno De Luca, ha adottato nelle settimane passate.
Un provvedimento con cui si propone(va) di (continuare) a eliminare in Sicilia i pochi spazi di libertà compatibili con il contenimento della diffusione del virus e lasciati a tutti i cittadini italiani, anche a quelli delle regioni dove, al contrario della Sicilia, ci sono decine di migliaia di contagiati.
“Continuare”, perché Musumeci aveva già emanato un’ordinanza il 19 marzo scorso dello stesso tenore di quella del primo aprile, che però sarebbe scaduta il 4 aprile.
Ecco perché non vale giuridicamente nulla
Ordinanze urgenti del “sindachino” del paesino calabro. Ordinanze coprifuoco con tanto di show del “sindachetto” della cittadina sicula. Ordinanza dura e pura del presidente della Regione meridionale. Ordinanza intelligente del presidente della Regione settentrionale. Ordinanze di qua, ordinanze di là.
Mai si era vista in italia una produzione così feconda di ordinanze in contrasto tra di loro e con la normativa nazionale.
Mai come in questo periodo di emergenza coronavirus si era ingenerata nei cittadini una tale confusione giuridica: si applica questa norma, o forse vale quest’altra? Vale quella del presidente del consiglio o del mio sindaco?
I cittadini non solo sono stati privati dalla libertà, ma non hanno neppure capito cosa legittimamente potessero o non potessero fare.
Il Governo il 25 marzo 2020 ha così deciso di porre freno alla macchina continua di ordinanze, divenuto strumento di propaganda da parte di vari politicanti di cui può fregiarsi il paese.
Con il Decreto legge n° del 25 marzo del 2020, provvedimento che ha la forza di una legge ordinaria (la sola con cui secondo la Costituzione repubblicana si può limitare, e solo in casi specifici, la libertà personale), ha, infatti, stabilito che:
1) per contenere la diffusione del virus possono essere adottate una serie di misure elencate tassativamente nello stesso decreto legge e solo con Decreto del presidente del Consiglio, il famoso Dpcm: nel frattempo è stata prorogata l’efficacia dei Dpcm adottati in precedenza;
2) che dal momento in cui fosse stato adottato il Dpcm attuativo i Presidenti delle regioni avrebbero perso ogni potere di adottare loro ordinanze in materia: se fossero insorte esigenze particolari di tipo regionale avrebbero potuto soltanto rappresentarle al Governo che se le avesse ritenute meritevoli di tutela avrebbe adottato il relativo Dpcm;
3) che comunque fossero prorogate di 10 giorni e quindi sino al 4 aprile tutte le ordinanze vigenti al 26 marzo, giorno di entrata in vigore del Decreto legge: tra questa l’ordinanza di Musumeci del 19 marzo 2020;
3) che i sindaci non possono più adottare ordinanze contingibili e urgenti su materia disciplinata dai Dpcm;
Ebbene, il primo aprile il presidente del Consiglio dei ministri ha adottato il primo Dpcm attuativo del Decreto legge del 25 marzo, con efficacia a partire dal 4 aprile 2020.
Ma Nello Musumeci e i suoi consiglieri giuridici (pagati da tutti i contribuenti siciliani) non se ne sono curati.
Lo stesso giorno il presidente ha invece proceduto a emanare una nuova ordinanza, la numero 13, avente efficacia sino al 15 aprile.
In sintesi, per citare solo i divieti che non esistono a livello nazionale, Musumeci avrebbe voluto continuare a limitare le uscite solo per gli acquisti essenziali a una sola volta al giorno e a un solo componente del nucleo familiare; a vietare la pratica di ogni attività motoria e sportiva all’aperto, anche in forma individuale (tranne che per le persone affette da disabilità intellettive e/o relazionali); a imporre l’obbligo (sanzionato penalmente) di uscire solo per motivi di lavoro, di salute o estrema urgenza.
L’ordinanza è chiaramente invalida. Non obbliga giuridicamente nessuno. Né chi la dovrebbe osservare, né chi la dovrebbe fare eseguire. Ma c’è da scommettere che tutti la osserveranno, a scanso di grattacapi. Ulteriore effetto dello Stato di Terrore che è diventata la Repubblica liberal democratica Italiana ai tempi del coronavirus.
Cosa si può (per il momento) fare
Fermo restando il divieto assoluto di assembramento – l’unico che se si vuole rimanere sul piano della razionalità può diffondere il virus – dal 5 aprile in Sicilia sarà possibile (è un diritto) come nel resto di italia fare jogging o attività motoria, quest’ultima solo in prossimità della propria abitazione: uscire sotto casa con il proprio figlio per sgranchirsi le gambe e a prendere una boccata d’aria, o con l’animale d’affezione. Sarà anche possibile uscire più volte al giorno “evitando” (non è un divieto con sanzione) di farlo per ragioni diverse dal lavoro, estrema urgenza o motivi di salute.