Vecchia Maniera, la Corte d’appello conferma la condanna a tre anni per Angelo Lorisco per tentata estorsione e intestazione fittizia di beni. Era l’uomo fidato dell’ex boss Carmelo Bisognano, che dalla località protetta di collaboratore continuava a svolgere attività imprenditoriale. E non solo….

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 Angelo Lorisco

Angelo Lorisco

 

Carmelo Bisognano lo usava dalla località protetta di collaboratore di giustizia per continuare a svolgere attività imprenditoriale a Barcellona. Insieme all’ex boss della mafia del Longano, Angelo Lorisco fu arrestato il 16 maggio del 2016.

Oggi è stato condannato dalla Corte d’appello di Messina.

Il collegio presieduto da Francesco Tripodi confermando la sentenza a emessa in primo grado dal Tribunale di Barcellona gli ha inferto tre anni di reclusione.

Angelo Lorisco era accusato di intestazione fittizia di beni e di tentata estorsione, reati commessi tra il 2015 e il 2016 in concorso con lo stesso Bisognano.

In pratica, dalle attività di indagine condotte dal commissariato di Barcellona era emerso che Bisognano pur essendo un collaboratore di giustizia in violazione delle regole imposte nel programma di protezione, dalla località protetta, usando appunto Lorisco, aveva costituito una società e aveva iniziato l’attività di imprenditore, sotto mentite spoglie, grazie all’aiuto dell’imprenditore Tindaro Marino, sottoposto alla misura di prevenzione patrimoniale e condannato all’epoca per concorso esterno alla mafia.

Per tornare operativo, Bisognano sempre tramite Lorisco aveva strumentalizzato il ruolo di collaboratore e tentato di sottoporre a estorsione i membri della famiglia Torre, titolari di un’azienda, minacciando di fare dichiarazioni sul loro conto: da qui l’accusa per entrambi anche di tentata estorsione.

L’ex boss della mafia Bisognano, collaboratore di giustizia dal 2010, ha scelto il rito ordinario e per gli stessi reati è stato condannato in primo grado a 5 anni di reclusione (vedi articolo).

Il collegio presieduto da Tripodi nel condannare Lorisco ha ritenuto che non vi fossero i presupposti per la condanna al risarcimento a favore di una serie di associazioni antiracket, che invece in primo grado avevano ottenuto prima di costituirsi parte civile e poi anche la liquidazione di somme di denaro.

La spedizione punitiva

Qualche giorno dopo gli arresti, Angelo Lorisco, fu selvaggiamente pestato in carcere da un gruppo di detenuti che lo volevano punire perché aveva aiutato Bisognano considerato, a causa della collaborazione con la giustizia, un “infame”.

Al Tribunale di Messina è in corso il processo che vede sul banco degli imputati coloro che sono stati individuati come gli autori del pestaggio: Lorisco si è costituito parte civile.

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