Un ruscello di acqua potabile nella fogna del centro città: ecco come viene sprecato il “bene pubblico” nella città dell’emergenza idrica. Ignorate per 5 giorni le segnalazioni dei cittadini

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La prima segnalazione all’Amam è stata fatta giovedì 19 novembre. Quattro giorni prima, domenica 15, Messina era uscita – per usare le parole del sindaco Renato Accorinti – dall’emergenza idrica più grave che la città abbia vissuto nella sua storia: per 20 giorni i cittadini sono rimasti con i rubinetti a secco.

Eppure, perché l’Azienda municipale dell’acqua intervenisse per sistemare la tubatura rotta e arginare il torrente di acqua potabile che è finito direttamente nella rete di scolo delle acqua piovane si è dovuto attendere la mattina di martedì 24 novembre: un paio d’ore di lavoro e il problema è stato risolto.

A segnalare che su via Saccani, la strada che porta al Dermoceltico, e scorre in alto sopra la centralissima via XXIV maggio, si fosse aperta una falla nella conduttura idrica è stato l’amministratore del condominio il cui portone è adiacente al tombino in cui finiva l’acqua e alcuni degli stessi condomini.

“La prima telefonata l’ho fatta giovedì. La stessa cosa ha fatto l’amministratore. Mi è stato risposto che avrebbero mandato subito qualcuno. Non è accaduto nulla, invece. Nei giorni successivi abbiamo riprovato. Non si trattava certo di poche gocce: bastava già sentire il rumore. negli giorni successivi ”, racconta uno dei condomini, nel primo pomeriggio di martedì 24 novembre, pochi minuti dopo che gli operai dell’Amam avevano riparato la falla.

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