Beffardo e, secondo il Tar del Lazio, illegale. Il meccanismo di distribuzione dei posti delle scuole di specializzazione in Medicina è stato bocciato con decreto cautelare e, dunque senza un esame nel merito, dal presidente della Terza sezione bis dell’organo di giustizia amministrativa laziale, che ha così aperto la strada a un girandola di trasferimenti da una scuola a un’altra e da un sede universitaria ad un’altra per i medici che al termine del concorso tenuto nelle giornate del 28, 29, 30 e 31 ottobre del 2014 si sono accaparrati le 5 mila borse di formazione da 1.800 euro il mese per 5 anni.
Se vuoi fare il cardiologo non sei costretto a fare l’otorinolaringoiatra.
I vincitori delle borse, pur aspirando a diventare, ad esempio, cardiologi, sotto la spada di Damocle di non potersi iscrivere a nessuna scuola di specializzazione perché i posti nella scuola preferita si sarebbero esauriti dopo gli scorrimenti, avevano accettato con una decisione assunta in poche ore di iscriversi a quella, sempre per fare un esempio, di Otorinolaringoiatria di una città lontana centinaia di chilometri dal luogo di residenza. Eppure, dopo aver firmato il contratto avevano scoperto che in realtà il posto nella scuola preferita c’era; c’era pure in una sede universitaria ad un tiro di schioppo dalla propria città e se l’era accaparrato chi aveva conseguito un punteggio più basso di loro. Tuttavia, a quel punto, non era più possibile tornare indietro. Infatti, il bando del concorso prevedeva che la scelta di una scuola faceva decadere da tutte le altre scuole per cui si aveva concorso: massimo sei (due per ognuna delle tre macroaree) delle oltre 50 specialità disponibili. Al presidente Massimo Luciano Calveri, questa «decadenza beffarda» è parsa il frutto della violazione del regolamento dettato il 30 giugno 2014 per disciplinare le prove e accogliendo il ricorso di un’aspirante specialista in Oncologia «ha sospeso i provvedimenti che comminano la decadenza dalle altre scuole di specializzazione nella quale la stessa ricorrente potrebbe utilmente inserirsi in relazione al punteggio riportato». E ha così fornito a molti medici la speranza di poter riacciuffare la scuola e la sede preferita e di conseguenza ha fatto insorgere in molti loro colleghi la paura di perderle.
La spada di Damocle del bando.
«Bastava che si desse la possibilità ai candidati di graduare le preferenze delle scuola, oppure non si prevedesse la decadenza da tutte le altre con la scelta della scuola:la beffa non ci sarebbe stata e il merito sarebbe stato premiato», commentano i legali Santi Delia e Michele Bonetti, autori per conto della Cgil del ricorso accolto dal presidente del Tar Lazio. «In effetti – spiegano i due avvocati – nel Regolamento della decadenza non solo c’è traccia, ma è implicitamente esclusa». E’ spuntata, invece, nel bando firmato dal ministro dell’Università Stefania Giannini l’8 agosto 2014: «Il candidato è tenuto ad iscriversi presso la sede in cui risulta assegnato entro il termine massimo di 4 giorni. A seguito dell’iscrizione il candidato decade automaticamente da tutte le graduatorie delle scuole per cui ha concorso».
Lo scambio di domande.
Per la prima volta su base nazionale, sulla regolarità del concorso di ammissione alle Scuole di specializzazione in Medicina, costellato da anomalie e contrattempi, si pronunceranno i giudici amministrativi, cui si sono rivolti con ricorsi collettivi gran parte dei 7 mila medici bocciati che chiedono o di essere ammessi in soprannumero oppure la ripetizione della selezione. Il primo novembre, a 24 ore dall’ultimo dei 4 giorni di prove, il Ministero aveva comunicato che, a causa di un problema tecnico, è stata rilevata «una grave anomalia nella somministrazione delle prove scritte del 29 e del 31 ottobre» che sarebbero state ripetute. I quiz destinati all’area clinica con quelli per l’area medica. Chi si aspettava un quiz di cardiologia, gastroenterologia e pneumologia per accedere a corsi di formazione specifici per l’Area Medica si è trovato ad affrontare quello per l’Area dei Servizi Clinici (con quesiti di biochimica, genetica e medicina del lavoro) e viceversa. Due giorni dopo, il ministro Giannini aveva però annunciato il dietrofront: «I test sono salvi. E’ stata trovata la soluzione». Che cosa era accaduto? La commissione incaricata di validare le domande del quiz, riunita d’urgenza, aveva accertato che, essendo i settori scientifico disciplinari in larga parte comuni, i quesiti proposti ai candidati per l’Area Medica (29 ottobre) e quella dei Servizi Clinici (31 ottobre) erano sostanzialmente equivalenti stabilendo di conseguenza che, sia per l’una sia per l’altra Area, 28 domande su 30 fossero valide ai fini della selezione.
Il baco informatico.
A distanza di una settimana è venuta alla luce l’anomalia del software su piattaforma Java ideato dal Cineca. L’anomalia, scoperta partendo dalle testimonianze di molti partecipanti, è stata provata con una simulazione con un software in tutto e per tutto uguale a quello usato per il test che ha mostrato come, dopo aver spuntato una delle 4 possibili risposte a ognuna delle domande poste sulla sinistra, spostando il puntatore e cliccando, magari inavvertitamente, nella parte della pagina bianca a destra si spuntava un’altra risposta che prendeva automaticamente il posto di quella scelta. Se il candidato non se ne avvedeva e dava la conferma, finiva per rispondere in maniera diversa da come avrebbe voluto.
Di Michele Schinella da Corriere.it
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.