Incarico al consulente Lino Girometta nel contenzioso degli svincoli di Giostra: l’ex sindaco Giuseppe Buzzanca condannato a un anno e 8 mesi per abuso d’ufficio. Cade l’accusa di peculato

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Giuseppe Buzzanca

Giuseppe Buzzanca

Cade l’accusa di peculato, ma supera il vaglio del giudizio di primo grado quella di abuso d’ufficio.

L’ex sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca è stato condannato a un anno e 8 mesi di reclusione, pena sospesa, per aver nominato l’ingegnere Lino Girometta consulente del Comune di Messina nel contenzioso con la Torno Spa senza osservare le norme che la legge detta in materia di attribuzione degli incarichi a professionisti esterni.

A Lino Girometta, amministratore delegato di Difesa Servizi spa, società in house del Ministero della Difesa, costituita per valorizzare economicamente l’immenso patrimonio di immobili e asset della Difesa, in gran parte dismessi o sottoutilizzati, Buzzanca aveva pagato la parcella per il lavoro svolto attingendo dai fondi raccolti con l’ecopass.

La parcella liquidata nel 2012 aveva un importo di 122mila euro, a fronte di una richiesta complessiva del professionista pari più o meno al doppio.

Il contenzioso con la Torno Spa, ditta impegnata anni prima nella costruzione di un lotto dello svincolo di Giostra, è sfociato in con un arbitrato in cui la Spa ha avanzato una richiesta di 120 milioni di euro.

Alla fine del giudizio il collegio arbitrale ha riconosciuto 15 milioni di euro.

Nel corso dell’ arbitrato, i legali del Comune, Aldo Tigano e Bonaventura Candido, si sono avvalsi dell’opera dell’ingegnere, incaricato di smontare da un punto di vista tecnico le svariate riserve che la ditta aveva avanzato.

Il Comune di Messina ha promosso appello contro il lodo arbitrale, il giudizio è in corso di svolgimento al Tribunale di Roma.

Secondo il capo di imputazione di abuso di ufficio elaborato e contestato dalla Procura di Messina, Buzzanca ha nominato Girometta senza seguire tutte le regole di evidenza pubblica e di contabilità previste dalla legge e senza tenere conto che nello stesso giudizio arbitrale, in una prima fase, era stato nominato un altro consulente, Giorgio Conte, il quale aveva già svolto la sua attività per la quale aveva maturato il diritto alla retribuzione. Non solo. Buzzanca ha omesso di verificare la congruità della parcella presentata dall’ingegnere piacentino.

Per la Procura, ancora,  Buzzanca non poteva pagare la parcella usando i fondi incamerati con l’ecopass, perché così facendo li ha distolti da quelle che erano le finalità proprie e specifiche per cui l’ecopass era stato istituito: ovvero il miglioramento delle condizioni di viabilità e di inquinamento, criticità della città che avevano indotto il Governo ad attribuire al sindaco di Messina i poteri straordinari di Commissario delegato per l’emergenza traffico: da qui, l’accusa di peculato.

Quest’ultima accusa è caduta al termine del giudizio di primo grado.

Il Tribunale presieduto da Mario Samperi, infatti, ha accolto su questo punto le argomentazioni dei legali di Buzzanca, Tommaso Autru Riolo e Marcello Scurria, i quali hanno sostenuto che la realizzazione dello svincolo di Giostra era proprio finalizzato a superare l’emergenza traffico e i correlati problemi di inquinamento e dunque il sindaco/ commissario delegato li poteva usare per pagare Girometta.

Il pubblico ministero, Antonio Carchietti, aveva chiesto la condanna a 4 anni.

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