Donatella Sindoni non è più consigliere comunale, al suo posto subentra Giuseppe Siracusano. Anche per la Corte d’appello non era eleggibile. La sentenza è immediatamente esecutiva. Naufragano le tesi del legale Antonio Catalioto. Il caso sollevato da un servizio giornalistico.

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Antonio Catalioto e Donatella Sindoni

Antonio Catalioto e Donatella Sindoni

Donatella Sindoni non era eleggibile ed è sostituita da Giuseppe Siracusano.

La corte d’appello di Messina si trova d’accordo con il Tribunale e decreta la decadenza dal Consiglio comunale della biologa prestata alla politica.

Nel contempo, dispone che il suo posto venga ricoperto dal primo dei non eletti della lista cui apparteneva alle elezioni amministrative del 2013.

Non potendo essere Giovanni Cocivera, che nel frattempo è finito prima agli arresti e poi sotto processo per gravi reati connessi alla sua professione di ginecologo, i giudici hanno decretato che temporaneamente il nuovo consigliere comunale sia Giuseppe Siracusano, di professione avvocato.

Dura lex… sed lex

Il provvedimento della Corte d’appello, pubblicato qualche minuto fa, per la legge è immediatamente esecutivo e dunque la Sindoni non è più da considerasi appartenente al civico consesso.

Donatella Sindoni al momento in cui è stata eletta nel giugno del 2013 era ineleggibile, benché avesse dichiarato di non avere alcuna causa di ineleggibilità all’atto della presentazione delle candidature.

Era, infatti, titolare di un laboratorio di analisi convenzionato con l’Asp 5 di Messina: ciò che la legge regionale e nazionale vietavano e vietano.

La stessa consigliera, peraltro, aveva occupato lo scranno di consigliere comunale tra il 2005 e il 2006 pur essendo allo stesso modo ineleggibile.

La Corte d’appello si è trovata d’accordo con il Tribunale, che aveva sancito la ineleggibilità della Sindoni già il 2 febbraio del 2016.

Ancora prima, il 30 giugno del 2016, l’Ufficio legale e legislativo della Regione, massimo organo di consulenza giuridica degli enti locali siciliani, aveva dichiarato la consigliera ineleggibile.

L’ineleggibilità era stata sollevata, un anno prima, il 22 giugno del 2015,  da un servizio giornalistico a firma di Michele Schinella pubblicato sul blog www.micheleschinella.it dal titolo “Occupa lo scranno di consigliere comunale ma era ineleggibile. Lo strano caso di Donatella Sindoni”.

Tuttavia, nonostante fosse chiaro e palese che la Sindoni non si potesse candidare alle elezioni del 2013, è rimasta in carica sino a pochi mesi dalla scadenza del mandato  grazie ai ritardi e alle indecisioni del segretario generale del Comune Antonino Le Donne e al comportamento di gran parte dei consiglieri comunali, che all’atto di votare la decadenza non si sono presentati al voto come è accaduto da ultimo hanno ritirato la firma sulla proposta di delibera della decadenza (vedi servizio).

Una difesa…eccezionale

Assistita dal suo legale Antonio Catalioto, le cui tesi sono state spazzate via da due organi giurisdizionali della repubblica italiana e prima ancora dal massimo organo di consulenza giuridica della regione, la consigliera le ha provate tutte (conferenze stampa comprese)  pur di rimanere incollata allo scranno che per legge non poteva occupare, riuscendo a guadagnare mesi e mesi di carica e di gettoni di presenza.

La consigliera infatti pur di impedire al Consiglio comunale di votare sulla sua ineleggibilità a poche ore dal voto denunciò in Procura il segretario generale Le Donne e minacciò di denunciare i colleghi consiglieri.

Tutta la vicenda, dipanatosi per due anni e mezzo, è illustrata nel servizio, sempre a firma di Michele Schinella, dal titolo “Caso Sindoni: “Il segretario generale Le Donne sotto accusa e denunciato in Procura. L’avvocato Scurria ispira il vicesegretario del Comune Interdonato. Ma le tesi del legale non stanno in piedi. Come quelle del collega Catalioto”

 

 

 

 

 

 

 

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