“Chiuso per ferie”: i venditori (indigenti) di Minissale dopo aver messo a ferro a fuoco la città si riposano

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MESSINA. Hanno messo a ferro e fuoco la città bloccando per ore l’unica arteria che collega la zona sud con il centro città. Il 26 giugno hanno protestato sulla pelle di migliaia di persone sbarrando la strada Statale all’altezza di Minissale, rovesciando sull’asfalto centinaia di chili di pomodori, melanzane, cetrioli e zucchine. Trovati privi di licenza e completamente fuorilegge, la Polizia municipale si era permessa di fare loro una multa. Sostenevano che dovevano sfamare i loro figli e non sapevamo come mettersi in regola con la legge. Se si sono messi in regola nei giorni successivi non è dato saperlo. Di sicuro hanno ripreso la loro normale attività di venditori di frutta e verdura. Ma solo per il mese di luglio. Da qualche giorno, infatti, un vistoso cartello annuncia che il loro esercizio è “Chiuso per ferie”: diritto costituzionalmente garantito evidentemente non solo ai lavoratori dipendenti ma anche a chi, commerciante autonomo, non ha “come sfamare i figli e non può pagare le tasse”.

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