Appalto truccato al Cas: in libertà gli imprenditori. Il Tribunale del Riesame boccia la Procura. La debolezza dell’accusa fondata sulla gara “sbagliata”

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Sede del Cas

La sede del Cas di contrada Scoppo a Messina

La turbativa della gara d’appalto bandita a maggio del 2013 dal Consorzio autostrade siciliane non c’è stata. C’è stato, invece, il tentativo di turbarla. Il 5 dicembre 2014, il Tribunale del Riesame presieduto da Maria Militello ha revocato la misura cautelare degli arresti domiciliari per gli imprenditori Nino Giordano, Giuseppe Iacolino, Francesco Duca e Rossella Venuto, bocciando l’impianto accusatorio costruito dal sostituto procuratore Fabrizio Monaco e avallato dal Giudice per le indagini preliminari Maria Luisa Materia, che aveva accolto in parte la richiesta di misure cautelari. Il pm Monaco, in realtà, per tutti gli imprenditori aveva domandato la misura cautelare più severa: gli arresti in carcere. Il Tribunale del riesame derubricando il reato da turbativa d’asta in tentata turbativa dell’appalto di “Sorveglianza attrezzata e per interventi urgenti e assistenza del traffico” da 2 milioni di euro per sei mesi, ha ritenuto misura cautelare proporzionata al reato contestato quella di divieto ad esercitare imprese o uffici direttivi delle persone giuridiche per due mesi.

Le motivazione del Riesame non ci sono ancora, ma che l’impianto accusatorio fosse un po’ traballante (al di là degli arresti spettacolari e delle conferenze stampa ricche di magistrati, di agenti della Dia e di giornalisti) lo si poteva capire da subito, leggendo le carte. E riascoltando la conferenza stampa seguita agli arresti. Vedi articolo correlato del 26 novembre di cui si riportano le parti salienti.


Il capo della Procura di Messina, Guido Lo Forte, durante la conferenza stampa nello spiegare come é stato manipolato ha inquadrato l’appalto oggetto dell’inchiesta tra quelli aggiudicati secondo l’offerta economica a chi presenta il ribasso che più si avvicina alla media di tutti i ribassi. Nella stessa tipologia lo ha inquadrato, attraverso il richiamo in una nota dell’ordinanza, il Giudice per le indagini preliminari, Maria Luisa Materia. Tipologia espunta dall’ordinamento giuridico da un decennio. Si è trattato, invece, di un appalto aggiudicato all’offerta economicamente più vantaggiosa, da una commissione nominata dal ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi e composta da dirigenti dello stesso ministero. Di un tipo d’appalto, dunque, che non può essere concretamente turbato con le modalità che ha prospettato l’Ufficio di Procura.

LA LEGGE. La questione non è solo formale, né di pura lana caprina: l’inchiesta ha proprio ad oggetto la turbativa della gara  e i criteri di aggiudicazione sono determinanti per stabilire come e se la gara poteva essere inquinata. Infatti come ha spiegato il gip Materia citando la giurisprudenza “perché ricorra il reato di turbativa d’asta è necessario gli accordi collusivi devono essere idonei a influenzare l’andamento della gara”.

C’erano gli accordi collusivi? Erano idonei a influenzare l’andamento della gara?

GLI ACCORDI. Le intercettazioni e le carte mostrano che Lelio Frisone, dirigente del Cas e responsabile unico del procedimento della gara, non fa nulla di concreto per turbare la gara (e incassa soldi e lavori gratis dal duo Duca-Venuto per altre attività non individuate dagli inquirenti). Allo stesso modo le stesse conversazioni mostrano, però, di sicuro tra i tre imprenditori ci sono state dei contatti per concordare una strategia per vincere la gara: alla fine la spunta Iacolino con Eurotel srl benché da quanto si comprende dalle conversazioni dovesse vincerla il gruppo Giordano-Duca- Venuto, con Meridional service Srl.

STRANEZZE. Tuttavia, proprio perché la gara è aggiudicata secondo l’offerta economicamente più vantaggiosa (e non all’offerta più vicina alla media dei ribassi) c’è qualcosa nella vicenda che non torna e che potrebbe aprire le porte di scenari diversi: sia per la difesa sia per l’accusa.

Che senso ha concordare l’offerta economica (che dà 30 punti), come ritiene la Procura con quella che Lo Forte ha definito c.d.“offerta d’appoggio”, se decisivi sono i 70 punti che vengono dati per l’offerta tecnica, valutata in maniera discrezionale dalla commissione ministeriale? Concordare le offerte economiche da solo non è idoneo a turbare la gara. Così come se ci sono altri competitors estranei all’accordo, come nel caso in questione, concordare l’offerta economica e quella tecnica non dà garanzie di vincere la gara.

IL CAPOLAVORO. La gara perfetta per un imprenditore è quella che si vince con un ribasso minimo per avere i guadagni più alti. Come? Ottenendo un punteggio altissimo per l’offerta tecnica.

E’ ciò che è accaduto nella gara oggetto dell’inchiesta.

Giuseppe Iacolino ha vinto con ribasso del 2,5%, grazie al fatto che il progetto tecnico ha ottenuto 68,80 punti su 70. I contatti intercettati alla vigilia della gara sono incentrati tutti sull’offerta economica, che viene cambiata sino all’ultimo momento, come se sia Giordano, sia Duca, sia Iacolino sanno che la loro offerta tecnica avrebbe sbaragliato la concorrenza e che se anche avessero preso pochi punti per il ribasso (in effetti, bassissimo) avrebbero poi rimediato con i punti dell’offerta tecnica: ciò che è effettivamente accaduto. Con un mistero, però.

LO STUPORE. Svolta la gara, quando il 30 agosto 2013 Giordano e Duca apprendono che Eurotel ha ottenuto gli stessi punti di Meridional (intorno a 20) per il ribasso ma ha preso 8 punti in più per l’offerta tecnica non si capacitano come può essere accaduto. “…minchia, ha preso 9 punti di progetto in più con  4 fogli di carta“, dice Giordano. “Voglio capire, voglio capire come gli hanno dato questi 70 punti (in realtà, 68, ndr)”, dice Duca. “Minchia ma cose da pazzi, quattro fogli di cartase a noi ci….”, rilancia Giordano. “Ma io le ho lette Nino… Le ho lette perché lui correttamente me li ha fatti leggere (….) con quattro fogli di carta come gli possono dare 70 punti (68, ndr)“, dice ancora Duca. “Non lo so… non lo so adesso“, ribatte Giordano. “Con tutto il malloppo allegato di documentazione di cazzi, di mazzi...”, osserva Duca. “…ha vinto la gara senza requisiti e senza progetto… non ci posso credere…”, dice Giordano. Alcuni minuti dopo Duca al telefono con un suo amico ribadisce lo stesso sconcerto: ” eh l’avevo pattata, l’avevo pattata, l’avevo pattata e la commissione ministeriale cornuto del papa… perciò quella di Giuseppe che mi ha fatto una busta di cortesia giusto, con una relazione di tre, quattro pagine.. la nostra che c’era un volume che penso che era almeno 400 pagine spiegando tutte la varie…mi ha chiamato…minchia Francesco sono mortificato“.

DOMANDE INQUIETANTI. Era davvero di 4 paginette l’offerta di Iacolino? Oppure l’ha modificata all’ultimo momento?

Nella prima ipotesi, la domanda ne produce un’altra: Com’è possibile che Iacolino, l’unico a non essere intercettato e dunque libero di muoversi senza che nessuno registri ciò che fa, abbia preso tutti questi punti?

Se Iacolino, invece ha cambiato l’offerta tecnica in extremis dopo averla mostrata a Duca allora la conclusione è un’altra: non voleva fare nessun accordo collusivo ma solo fregare i competitors.

IL DANNO. Se la Commisione gli avesse dato 2 punti in meno, a vincere la gara sarebbe stato il terzo competitor, l’Ati Intergeos (58 punti nell’offerta tecnica) con un ribasso sul prezzo del 33%: superato il vaglio dell’anomalia del ribasso che l’Ati avrebbe comunque dovuto giustificare, il Cas avrebbe risparmiato 700mila euro in sei mesi.

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